Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Fra storia e politica al cielo alte grida pel sacrilegio, per la profanazione, ecc.: al giorno d'oggi tutto si può e si deve discutere: l'origine dell'uomo, i fini della donna, il padreterno, il diavolo, l'inferno, tutto si può discutere; solo per certi mazziniani di antica - fortunatamente molto antica - maniera l'opera di Mazzini non si può discutere, perché è impossibile che Mazzini abbia mai commesso alcun errore in tutta la sua lunga vita di agitatore. Per comprender bene gli errori del Mazzini nel '48 bisogna ricordare le critiche fatte dal Mazzini stesso all'opera della Carboneria, della quale società segreta - come tutti sanno - la Giovane Italia fu avversaria ed erede. Il difetto della Carboneria, secondo giustamente pensava il Mazzini, era stato quello di voler "cercar capi nell'alte sfere sociali e considerare la rigenerazione italiana come parte piu degli ordini superiori che non del popolo. I capi dell'ordine avevano trovato tutti gli italiani concordi sulla questione d'indipendenza, non su quella d'unità nazionale o sul modo di intendere la libertà. Il paese, dicevano, deciderebbe piu tardi." La conseguenza di questo fatto fu che nel '21 e '31 "le insurrezioni ebbero luogo senza ostacoli gravi, ma furono rapidamente seguite dalla interna discordia. Compita la loro promessa di rovesciare, gli affigliati dei carbonari erano tornati ciascuno alle proprie tendenze e s'erano divisi su ciò che importasse fondare 112 : i molti insorti volevano l'unità, l'indipendenza, la libertà, la repubblica, l'eguaglianza; i capi invece non vollero pronunziarla la parola eguaglianza, ebbero paura del popolo, vollero fare della rivoluzione "retaggio e monopolio d'una sola classe sociale e ridurla alla sostituzione di un'aristocrazia a un'altra, non vollero proclamare il principio della sovranità popolare e dell'elezione vastamente inteso e applicato, distrussero l'entusiasmo bellicoso della gioventu. 113 Cosf l'opera degli insorti fu frustrata dai loro capi e la rivoluzione per un momento vittoriosa aborti miseramente. I carbonari dicevano: lasciate da banda ogni questione di libertà, il popolo deciderà quando lo avrete restituito alla sua onnipotenza; poiché la bandiera dell'indipendenza non trova opposizione, raccoglietevi intorno a quella; alla libertà si penserà poi. E Mazzini rispondeva: il popolo non può desiderare l'indipendenza che per la libertà, "colla vostra teoria d'indipendenza e non altro voi sarete sempre setta meschina, non mai potenza popolare nazionale. Non farete mai e aspetterete ehi faccia per voi. 114 "Questo lasciare all'arbitrio del futuro i nostri destini, senza intervento dell'intelletto preordinato, questo porsi in viaggio gridando innanzi! senza sapere per dove, non ci pareva degno d'uomini che aspirano a rigenerare se stessi ed altrui. Certo alla onnipotenza del popolo doveva in ultimo rimettersi la decisione della questione. Ma noi pure eravamo popolo; noi pure avevamo il diritto d'esercitare la nostra parte di sovranità popolare, non solo votando una sola volta nell'urna, ma predicando, insegnando i nostri pensieri, con tutti insomma quei mezzi, che la natura aveva posti nelle nostre 212. 2 MAzzINI, Opere, I, pp. 86 sgg. 3 MAZZINI, Opere, I, pp. 185 sgg. 4 MAZZINI, Opere, V, p. 315. Bibloteca Gino Bianco

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