Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Se1itti metodologici di chi, credente o ateo, conservatore o rivoluzionario, porta in tasca un pizzico di Padreterno. Lo storico empirico e lo storico teologo, messi di fronte ai fatti che debbono spiegare, prendon sempre due posizioni antitetiche. Lo storico empirico risale dal presente al passato, e poi discende dar passato al presente e spiega il presente come risultato del passato. Lo storico idealista considera il passato e il presente come viaggi verso un futuro predestinato. Non è il passato che spiega il presente, e questo spiegherà il futuro quale che esso debba riuscire. Ma è il futuro che spiega il presente e il passato, e voi non potete comprendere né il passato né il presente se non conoscete il futuro. Io, storico empirico, vi dichiaro francamente che non conosco il futuro, e che conosco appena frammenti del presente e del passato. Sono del tutto privo dell'Almighty God complex. Ma se non so verso quale fine sono condotto da una volontà superiore alla mia, anche se a me ignota, come farò a scegliere il bene dal male? Con quale bussola oriento la mia condotta morale? Quando ero giovane, mi applicai con la migliore volontà di cui fossi capace, a risolvere quei problemi tremendi, che vi lasciano senza fiato quando ne scoprite la esistenza: Dio, l'anima, il bene, il male, il dovere, la vita futura. Dopo essermi a lungo sperduto in quel labirinto, dovetti dire a me stesso che il filo d'Arianna per uscirne non arrivavo a trovarlo. I piu grandi spiriti dell'umanità avevano discusso quei problemi per secoli, e non erano mai riusciti a trovare una soluzione, su cui potessero accordarsi. Potevo io, con la mia intelligenza d'uomo medio risolvere problemi piu grandi di me, che tanti uomini maggiori di me avevano assalito invano? Arrivai alla conclusione che io non solo non ci capivo nulla, ma dovevo rinunziare alla speranza di capirci mai nulla. Mi trovai allora sperduto nel buio. E fu una impressione disperata. Per fortuna trovai in una pagina di Biagio Pascal la via d'uscita da quella disperazione. Pascal ci presenta una vecchierella, la quale sa di non poter risolvere i grandi problemi, di cui anche essa sente il fascino e dice: Io non so dimostrare a me stessa che c'è un Dio, e c'è un altro mondo. Ma mi regolo come se ci fosse. Perché, se quell'altro mondo c'è, e Dio salva i buoni e condanna i cattivi, io alla mia. morte mi troverò bene per avere fatto quanto potevo per meritarmi la salvezza. E se proprio non c'è niente di niente, non ci avrò perduto niente a cercare di meritarmi la salvezza; comunque, morirò in pace con me stessa. Quella vecchierella mi insegnò la via da seguire, e mi sono trovato bene a seguirla quella via. Debbo aggiungere che nel seguire quella via, ho trovato un'altra guida, e mi sono trovato bene a lasciarmene guidare. E questa guida è stato Gesu Cristo, che ha lasciato il piu perfetto codice morale, che l'umanità abbia mai conosciuto. Io non so se Gesu Cristo sia stato 202 Bibloteca Gino Bianco

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