Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Prefazione negli anni seguenti aveva ripreso e approfondito z·l tema. E ben si comprende che Croce, chiamato in causa e confutato in modo piuttosto maldestro, subito glz· rispondesse sulla stessa rz·vista, e con· un articolo di egual titolo, e con pungente sarcasmo per z·lprofessore "pieno anche lui di fanatismo scientifico e intellettualistt'co," e per la sua "superstizione verso le scienze natu1·ali." Senonché, messo z·n chiaro tutto questo, occorre pur dire che lo stesso Croce, col passare degli anni, avrebbe man mano riveduto e alla fine rinnegato la sua originaria immedesimaz1:one di storia e arte, teorizzata nel 1893; e, piu ancora, che la sua ironia sz· appuntava contro un aspetto piuttosto marginale dello scritto salveminiano, mentre non veniva affatto discussa quella che era la parte prz·ncipale della prolusz·one: il che, se era perfettamente legittimo az·fini della polemica in sede filosofica, non deve indurci a trascurare quel che di serz·oe di· vivo c'era pur sempre nel saggio di Salveminz. Questo, per l'appunto, ci preme mettere in luce: al di là della sua scarsa consistenza filosofica, la prolusione del 1901 ci appare come una preziosa confessione sul modo con cui i·l suo autore concepiva e soprattutto praticava la storia. Salvemi·nz· sapeva benùsz·mo di· non essere tagliato per la filosofia, che cordi"almente avversava (e bene Bobbi·o ha potuto parlare della sua "non filosofia"). "Il mestiere di storico è sempre stato il mi'o vero mestiere," scrisse una volta. E z·n queste pagine del 1901 - per ri'prendere un'altra espressione di Bobbio - egli z·ndicava, con molta chiarezza e onestà, sotto le apparenze di una astratta disquùi.zi'one metodologz·ca, quelli che erano in realtà i "ferri del mesti.ere di· storico." Ci si rivela cos[ il suo abito di· studioso, di fronte ai concreti problemi della ricerca storica. E proprio per questo abbi.amo rùenuto di· dover includere queste pagine, pur tanto discusse e discutibz.li, nella presente raccolta. si· vedano, solo per citare alcuni esempi: il richiamo a Cattaneo, con cui il saggz·osi· apre; il dispregio per la semplz"ceerudi.zione, nella quale si ri·ntanavano tanti studi.osi di stori·a, per la paura o l'incapacità di assurgere alle idee generali (un dispregio che, come si è detto, gli' venz·va da Villari), e insi·eme lo scrupolo della ri·costruzione precisa dei fatti, ai· quali" dovevano essere commisurate le idee dello storico onesto, pronto sempre a consi·derarle come i·potesi provvisori·e, e approssimazioni alla verùà, e pertanto a farne getto non appena si rivelassero smentùe dai fatti,· la conf essz·one che lo stimolo alla ricerca sorgeva - in lui· come z·n altri storici - dalla speranza di trovare la soluzz·one di· "acutissimi problemi prati"ci"; lo schi.etto entusi·asmo per i"l "meravz·glioso e quasi religioso fervore di· studi storici',. che gli pareva di' avvertire in quegli anni attorno a sé, z'n ltalt'a e nel mondo; il suo i'nsistere - in un momento nel quale, sotto l'impulso del positt'vùmo e di un superficiale sociologismo, tanto si parlava di storia della società, come entità staccata dagli indi·vi·dui· - sul fatto che non si dà storia sociale senza storia i'ndividuale (" la società non è una entità reale di'versa dagli z"ndivi"dui e superiore ad essa"), con il che si definiva quello che sarebbe sempre rimasto un canone fondamentale della sua storz·ografia,e cioè la necessità per lo storico di scor14 Bibloteca Gino Bianco

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