Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici questi argomenti ci sono fatti infinitamente piu numerosi di quelli che io sono riuscito ad accertare. Coloro che hanno continuato le ricerche dopo di me nello stesso campo non hanno trovato troppa difficoltà a superare la mia erudizione. Questo vale•soltanto per la mezza dozzina di gruppi di fatti storici che ho studiati direttamente. Della maggior parte degli avvenimenti storici io so soltanto ciò che è detto in determinati libri di testo e non avrò mai né l'occasione né il tempo di andare al di là dei libri di testo. Di molti fatti poi io non so niente o quasi niente. Se dovessi sostenere un esame sulla storia degli Stati Uniti sarei certamente bocciato. Non riusciremo mai a "saper tutto" neppure nel campo della nostra coltura professionale, per quanto strenuamente lavoriamo, per quanto grande sia il nostro potere di assimilazione e per quanto ristretti siano i limiti che poniamo alla nostra attività. Se è superiore alle facoltà umane sapere tutto di una cosa, è spaventoso pensare quale immenso fardello di fatica si caricherebbe sulle spalle l'uomo che adottasse il programma di "sapere qualche cosa di tutto." Le lacune nella nostra coltura, sia generale che professionale, rimarranno sempre enormi. Ciò che uno riesce ad imparare e ciò che egli non saprà mai stanno nella proporzione di una quantità finita ad una infinita; cioè a dire, la nostra conoscénza finita in relazione alla nostra ignoranza infinita sarà sempre uguale a zero. Siamo restii a riconoscere, in noi stessi e in altri, la necessità di essere· ignoranti in un numero infinito di cose. Tormentiamo gli altri e noi stessi perché non abbiamo né il coraggio né l'umiltà di ammettere che la nostra capacità di apprendere è e sempre sarà limitata e che in queste circostanze gli altri hanno, crune noi stessi abbiamo, il diritto di essere e restare ignoranti su un numero infinito di cose. Troviamo "strano" che gli altri non sappiano ciò che noi sappiamo anche se, dal canto loro, essi sanno molte altre cose di cui noi siamo ignoranti. Somigliamo un po' ad una certa signora che io conoscevo, la quale leggeva un romanzo all'anno, parlava tutto l'anno di questo romanzo e considerava ignoranti coloro che non avevano letto il suo romanzo. Il nostro sistema educativo ha spesso il torto di non riconoscere il diritto della gioventu di essere ignorante su un numero infinito di cose. Se noi esaminiamo uno per uno i diversi modi in cui abbiamo raccolto i fatti concreti dai quali è attualmente cositituita la nostra cultura personale, ci rendiamo conto che ben pochi di essi ci derivano dalla scuola, e viceversa che abbiamo dimenticato nel corso della nostra vita molte delle cognizioni che ci sono state impartite a scuola. I fatti che noi oggi possediamo sono stati acquistati da noi, fin dai tempi della scuola, nella nostra quotidiana esperienza della vita, leggendo libri e riviste, ascoltando conferenze pubbliche, conversando e discutendo varii argomenti con amici, andando a teatro o al cinema, guardando annunzi pubblicitarii e leggendo i giornali - specialmente leggendo i giornali quotidiani, i quali, con tutte 1881 BibliotecaGinoBianco ·

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