Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici sociologo sono spesso afflitti dalla malattia esattamente opposta. Umiltà e tolleranza degenerano in indifferenza morale. Poiché ogni società, ogni classe sociale in ogni società ed ogni individuo in ogni classe sociale ha un diverso modo di comportarsi e poiché ogni azione umana può sempre essere spiegata dalle sue cause, lo storico e il sociologo arrivano alla conclusione che l'unica cosa che essi hanno da fare è di mettersi "al di sopra del bene e del male," prender nota di tutte le azioni umane esistenti e non solo spiegarle ma anche riabilitarle quali · necessarie conseguenze dei precedenti che le hanno prodotte. Nato con un dato temperamento, lo storico o il sociologo sceglie nel teatro della vita il posto che meglio si adatta al suo temperamento. Egli può sedere in platea per osservare con curiosità ciò che accade sul palcoscenico senza applaudire né fischiare. Questo egli lo chiama "indifferenza scientifica." Oppure egli può aspettare e vedere come si mettono le cose e poi precipitarsi a prendere il treno per la coda. Tutto ciò dipende dal suo temperamento. Egli è tollerante nel senso che non ha alcun carattere morale. Egli comprende tutti i principii e non ne ha alcuno. Egli non mangia il suo vecchio padre o la sua vecchia madre non perché ciò sarebbe immorale, ma solo perché la società in cui vive ha rigettato questi usi; egli non si opporrebbe a partecipare a un pranzo di questo genere se visitasse una comunità di cannibali. Al Capone sarebbe un maestro di governo di prim'ordine. Infatti nessuno potrebbe insegnare a laureati e studenti meglio di lui "chi ottiene, che cosa, quando e come vuole." Nell'lnternational Quarterly del 1938 e 1939 si svolse una caratteristica controversia fra un sociologo e un cultore di studii classici. Il sociologo aveva fatto uno studio sulle università germaniche sotto il governo nazista. Facendo il bilancio di guadagni e perdite, egli aveva opposto i guadagni fatti dalla gioventu germanica nel miglioramento della salute fisica alle perdite risultanti per la scienza dalla repressione della libertà intellett_uale, e lasciava che il lettore traesse le conclusioni. Lo studioso, la cui mente si era formata con lo studio di Eschilo e Sofocle, di Seneca e Tacito, protestò che questo atteggiamento rivelava una deplorevole incapacità di riconoscere il male alla radice. Il sociologo replicò che il compito del sociologo non è quello di pronunciare giudizi sul male; le dottrine del male sono varie: perciò egli considera i giudizi etici soltanto come dati di fatto senza approvarli o disapprovarli. Anche nella sua risposta ebbe cura di mantenersi estraneo a siffatti giudizi, tenendo sempre ben celato se, secondo lui, la perdita, che la scienza subirà in Germania, fosse un male che superasse i guadagni nella salute fisica della gioventu. Lo studioso delle classicità ritornò all'assalto, sostenendo che il sociologo è un essere umano, .e nessun essere umano può trattare i giudizi morali come "dati di fatto" indifferenti alla propria coscienza morale. Chi dicesse d'un cadavere che "certamente la vitalità di quell'uomo era stata diminuita, ma la sua bellezza era stata aumentata dal celestiale pallore del morto viso," chi cosf parlasse non farebbe una affermazione piu mol 82 BiblotecaGino Bianco

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