Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Storia e scienza bedue le facce, come si chiama comunemente questo procedimento. A questo punto essi si lavano le mani dell'argomento come Ponzio Pilato e lasciano che il lettore risponda da sé alla domanda: "Quale è la verità?" Se essi avessero a che fare con l'affare Dreyfus metterebbero davanti al lettore tutti gli argomenti pro o contro l'innocenza di Dreyfus e poi direbbero: "Comunque stiano le cose, tutt'e due le parti ritenevano di aver ragione." Essi sono simili a giurati i quali pensano che per rimanere imparziali dovrebbero pronunciare sempre verdetti conrìiz:c.,n~li. La loro "obiettività" è cosf meticolosa che essi raggiungerebbero il colmo della felicità se potessero essere qualificati quali "non inclini né aJh parzialità d:i UP lato né all'imparzialità dall'altro." Felici sono i fanatici che sono sinceramente convinti della loro imparzialità e che tranquillamente iniettano le loro prevenzioni in tutte le loro indagini e conclusioni, ritenendo che le loro prevenzioni siano verità indiscusse e indiscutibili. Pareto offre un esempio divertente del sociologo il quale è veramente convinto di essere non prevenuto, sereno e indipendente non ostante il fatto che egli è un uomo violentemente passionale. Il suo Spirito e società è stato efficacemente descritto come l'amara invettiva di un deluso credente nel liberalismo, il quale non può mai nominare le idee democratiche e umanitarie senza beffe, insulti e invocazioni all'uomo forte che ~ccide gli umanitari come bestie nocive. Tuttavia egli si sente sempre sicuro che il suo odio è la quintessenza dell'obiettività scientifica e non ha mai il minimo sospetto che esso sia il risultato di preconcetti illogici o, com'egli direbbe, di residui. Io, per conto mio, dichiaro che la mia mente è tappezzata di prevenzioni - religiose, filosofiche, scientifiche, sociali - e che io faccio uso costantemente delle mie prevenzioni nei miei studi. Io non mi vergogno di questo fatto perché le prevenzioni non sono inconciliabili con la ricerca scientifica. Lo scienziato deve ricorrere continuamente a ipotesi per scoprire i fatti e spiegare le loro correlazioni. Le sue ipotesi non sono sempre costruite come spiegazioni di fatti già noti; esse possono anche essere anteriori ad ogni ricerca. Esse possono perfino essere state suggerite da preconcetti o prevenzioni irrazionali. Pasteur soleva dire che i preconcetti sono uno dei piu grandi aiuti dello sperimentatore. Essi servono quale filo conduttore. Un certo numero di essi vie.ne scartato a mano a mano che la ricerca progredisce; un bel giorno lo scienziato può provare che uno di essi abbraccia tutti i fatti che richiedono una spiegazione. Perciò non è piu un'ipotesi ma una certezza. Duclaux, il piu eminente discepolo di Pasteur, nel suo libro Pasteur: histoire d'un esprit (Masson, Paris 1896) ha dimostrato che alcune de1le piu grandi scoperte del maestro trassero origine da supposizioni erronee. Quando lo scienziato si trova di fronte ad un labirinto di fatti che al primo tentativo egli non riesce a coordinare i'n un sistema coerente egli ricorre all'espediente divide et impera. Egli isola uno dei fatti dalla massa, 157 BiblotecaGino Bianco

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