Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Storia e scienza frutto di una potente fantasia. Copernico e Newton furono uomini di gigantesca fantasia. Da questo punto di vista si può dire che un grande scienziato è un grande poeta. Questo non implica che la fantasia dello scienziato sia identica a quella del poeta. Nel creare i suoi caratteri e l'ambiente in cui essi vivono, l'artista mescola a suo arbitrio fatti reali con avvenimenti immaginari. Nessuno pretenderebbe che Shakespeare producesse il certificato di nascita di Amleto o indagasse esattamente quanto corrotto fosse lo stato di Danimarca ai tempi di Amleto. L'artista non è neppure tenuto a dare un'aria di probabilità ai caratteri e alle situazioni creati dalla sua fantasia. Calibano è fuori di ogni verosimiglianza. Senza dubbio l'artista non è del tutto libero di far agire le sue creazioni come vuole. Per quanto immaginari siano i caratteri e le condizioni in cui essi vengono collocati, essi devono agire secondo un'intima logica analoga a quella che si sarebbe potuta pretendere da loro se fossero stati uomini della vita reale. Ma quando fa la sua prima supposizione l'artista è libero di scegliere e di combinare i dati dell'esperienza con i dettami della sua fantasia. Lo scienziato si trova in una situazione del tutto diversa. Quand' egli ha scelto il suo argomento, i fatti si trovano là di fronte a lui. Egli non può ignorarne neppur uno. Un solo fatto che non possa essere inquadrato distrugge la sua ipotesi. La scienza è un'opera di fantasia entro la quale devono trovare il loro posto tutti i fatti provati. In arte, la realtà è l'ancella della fantasia. In scienza, la fantasia è l'ancella della realtà. L'artista è un creatore. Lo scienziato è uno scopritore. Nessuno chiama Pasteur un artista o Shakespeare uno scienziato per quanto entrambi possedessero e usassero formidabili forze d'immaginazione. Lo scienziato è in errore quando sorge una discordanza fra la descrizione ch'egli fa della realtà e la realtà stessa. Il fallimento dell'artista deriva da una sproporzione fra le emozioni ch'egli cerca di suscitare, i mezzi che sceglie per suscitarle e i risultati che effettivamente raggiunge. La fantasia dello storico è simile a quella dello scienziato. Lo storico è strettamente limitato dai dati forniti dalle sue fonti. Non gli è permesso d'inventare o combinare liberamente gli avvenimenti, i loro particolari e le circostanze in cui ebbero luogo. Soltanto un filisteo vorrebbe che l'artista desse le prove di ciò che ha ·creato la sua fantasia, mentre qualsiasi uomo ragionevole chiede allo storico prove e documenti. Quando un archeologo afferma che sulla testa che manca ad una statua dev'esserci stato un elmo egli certamente lavora con l'aiuto della sua fantasia. Quand'egli ha raggiunto la sua dimostrazione il suo compito è finito. Esorbita dalla sua opera affermare senza prova che la testa mancante deve aver avuto un certo tipo di lineamenti piuttosto che un altro e che l'elmo deve aver avuto una certa determinata decorazione piuttosto che un'altra. Ancor meno egli ha il diritto di affermare senza prova che la statua faceva parte di un piu vasto gruppo o di enumerare 153 Bibloteca Gino Bianco

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