Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici A questo punto m1 s1 potrebbe far osservare che lo storico inglese del secolo decimottavo che rinunciò a scrivere opere storiche aveva a che fare non con avvenimenti di cui non potesse avere alcun rapporto, ma con avvenimenti su cui c'erano molti rapporti contrastanti. Il suo scetticismo derivava dal fatto che egli era incapace di scoprire quale rapporto fosse quello giusto. Nel discutere questo punto facevamo prima di tutto una distinzione fra la difficoltà che sorge quando i fatti devono essere accertati e quei disaccordi che sorgono quando su quei fatti viene pronunciato un giudizio morale. Nel 1792 fu abolita in Francia la forma monarchica di governo e costituita una repubblica. I monarchici francesi sono dell'avviso che questo fu un delitto e ancora ci piangono su. I repubblicani francesi sono dell'avviso che ciò fu ben fatto. Questa controversia continuerà sempre senz'attenuarsi. Ma essa non ha niente a che fare con gli studi storici. Essa appartiene al campo delle attività pratiche. D'altra parte perché e come fu abolita in quel tempo in Francia la forma monarchica di governo? E perché proprio in quel tempo e non in un altro? E perché in quel modo e non in un altro? E quali furono le conseguenze immediate e secondarie di quell'avvenimento? Questi sono problemi storici. Su simili problemi gli storici spesso disputano. Essi non riescono a mettersi d'accordo su quello che veramente accadde. Se dalla storia passiamo alle scienze sociali le teorie dubbie non sono meno numerose. Un esempio tipico di una legge che fu accettata quale dogma da quasi tutti gli intellettuali della seconda metà del secolo decimottavo e di tutto il secolo decimonono e che a noi oggi appare formulata su deboli fondamenta è quella del progresso indefinito. Secondo questa legge il genere umano progredisce costantemente dalla barbarie verso stati di civiltà piu elevata. Alla domanda che cosa sia la civiltà nessuno ha mai dato una risposta generalmente accettata; ma fondamentalmente per civiltà ognuno intende quella condizione sociale che ora è stata raggiunta da quei paesi d'Europa e d'America che chiamano se stessi civili, piu quei progressi a cm 1n quei paesi aspirano le coscienze morali di piu elevat0 sviluppo. In linea di fatto, non esiste alcun popolo la cui storia possa essere descritta come un costante progresso da uno stato di barbarie a quella forma di vita che ognuno di noi considera "civiltà." Molti popoli si sono elevati a forme di vita piu o meno prossime a quelle che costituiscono i nostri ideali e poi hanno cessato di progredire o sono ricaduti in quegli stadi che già erano stati sorpassati; alcuni, dopo piu o meno lunghi periodi di letargo e decadenza, hanno attraversato periodi di rinascita e di progresso; altri, una volta .decaduti, non si sono piu risollevati. La legge del progresso fu costruita dai sociologi della seconda metà del secolo decimottavo su una tenue base di fatti, cioè sull'esperienza soltanto dei piu civili paesi d'Europa nei secoli piu recenti; essa fu accettata quasi universalmente nella prima metà del secolo decimonono perché offriva argomenti utili ai liberali per la loro lotta contro i governi despotici; ed essa conti150 BiblotecaGino Bianco

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