Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici fonti storiche o create dalla sua immaginazione. Piuttosto che inghiottire siffatto incrocio di storie e di romanzi preferisco godermi I tre moschettieri di Dumas. Quest'opera non pretende mai di esser considerata come storica. Vuol solo divertire. Essa raggiunge mirabilmente il suo scopo perché posso abbandonarmi al suo fascino senz'esser turbato da dubbi sulle verità di ciò che leggo. Ciò posto, storia e scienze sociali - cosf definite e distinte dagl'ibridi - sono realmente scienze? 3. Un risultato che non può essere evitato Questa discussione non è suggerita soltanto da un desiderio di sottilizzare. Essa trae fondamento dalla questione se l'opera dello storico e del sociologo possa aprire alla società nuovi orizzonti per favorire la giustizia, il benessere e la felicità. Molti storici e sociologi, assorbiti nei loro campi specializzati, non prestano orecchio alle discussioni che si svolgono fuori delle loro aule scolastiche relativamente all'utilità pratica delle loro specialità. Altri senza esitazione risolvono la questione a modo loro e vanno imperturbati per la loro strada, con la convinzione che ogni discussione sul carattere scientifico della loro attività è superflua perché tale carattere non può essere messo in questione. Altri assumono un atteggiamento di dignità offesa e dichiarano che non si può pretendere che essi si occupino di volgari argomenti di utilità pratica. Essi compiono il loro lavoro per le stesse ragioni per cui un poeta scrive le sue poesie o sportivi non professionisti giocano al calcio, cioè per la gioia dell'avventura intellettuale e di affermare la propria personalità. "Io scrivo per mio piacere," essi ripetono con Flaubert. La loro attività disinteressata può contribuire al benessere, alla felicità, al divertimento di altri. Ma tali risultati pratici sono una questione che non interessa l'uomo che vive sulle alte cime dell'intelletto. L'aquila non fa attenzione ai passeri. Uno studioso non è un filisteo. Io sono lungi dal negare che il piacere del lavoro intellettuale disinteressato è il piu bel privilegio concesso allo studioso. Se dovessi tornare. a nascere, chiederei di essere dotato di nuovo di questo privilegio anche se dovessi di nuovo passare la mia vita in quella categoria economica che gli statistici definiscono "titolari di piccoli redditi." Ma altro è il dire che lo studioso dev'essere lasciato libero nella sua opera in modo che egli non si senta obbligato a trasformare i risultati in dollari e centesimi ed altro il proclamare che la società non ha alcun diritto di aspettarsi un'utilità pratica dall'opera degli studiosi. Il munifico donatore o l'uomo di stato che fonda un'università o una biblioteca sapendo che ivi un certo numero di persone dedicherà la propria vita a studi storici e alie scienze sociali non fa questo passo per il semplice piacere di procurare a queste persone la gioia di un'avventura intellettuale disinteressata. Se la storia e le scienze sociali dovessero contare 142 Bibloteca Gino Bianco

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