Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

La storia considerata come scienza nel nostro discorso - i preconcetti religiosi, politici, filosofici. Essi ci assillano allo studio mostrandoci lontano il miraggio dell'incremento, che godrà per merito nostro il patrimonio intellettuale del nostro partito religioso, politico, filosofico; offrono una bussola, che guidi il pensiero nel gran mare del passato; facilitano la scoperta di nuovi rapporti anche contrari a quelli, che si sperava di scoprire. L'importante è che lo storico si ricordi sempre che i suoi preconcetti sono delle semplici ipotesi provvisorie; che egli verso i fatti ha solo dei doveri e i fatti verso lui hanno solo dei diritti; che è suo obbligo abbandonare ogni piu cara idea, 3ppena un gruppo di fatti impreveduti e non desiderati venga a contrapporsi in maniera inconciliabile alle fragili costruzioni della mente. Questa è l'unica obiettività, che si abbia il diritto di chiedere allo storico come a qualunque altro scienziato: ogni altra obiettività è da respingersi, perché significherebbe n1ancanza di pensiero, morte della scienza. Senza dubbio il preconcetto, pur essendo molte volte utilissimo, come abbiam detto, nella ricerca e nella coordinazione dei fatti, non di rado spinge lo storico a mutilare, sia pure in buona fede, la realtà, trascurando gli elementi che mal rientrano nella cornice preferita, mettendo preferibilmente in luce solo quelli che concordano con lo spirito di partito o di sistema. Ma anche questo grave inconveniente non è privo - per chi osservi senza pregiudizi - dei suoi tutt'altro che lievi vantaggi. Lo scienziato, quando si trova dinanzi a un viluppo molto complesso di fenomeni e si sente incapace di cogliere mentalmente tutta la realtà, spesso ricorre all'espediente del divide et impera: stacca da tutti gli altri, uno solo dei molteplici coefficienti o fattori del viluppo reale, lo considera come il fattore fondamentale, dal quale dipendono tutti gli altri fattori, e cerca di raggruppare sotto di esso tutti i fenomeni in questione. Naturalmente non è raro il caso che il viluppo sia costituito non da un solo ma da piu fattori fondamentali; oppure l'azione della causa fondamentale è turbata da fattori secondari piu o meno importanti; oppure lo scienziato ha assunto come coefficiente fondamentale quello che invece non è che un coefficiente secondario. In questi casi lo scienziato nel procedere al raggruppamento dei fenomeni sotto il fattore assunto come fondamentale, incontra un numero maggiore o minore di fatti che si rifiutano di entrare nel sistema. Ebbene lo scienziato questi fatti li trascura, li considera provvisoriamente come inesistenti, continua per la sua via raggruppando sotto il coefficiente prescelto tutti i fatti che può; ma quando ha esaurito questo lavoro ritorna a prendere in esame tutti gli elementi, da cui finora ha fatto astrazione, ripete su di essi lo stesso lavoro, che ha compiuto per i primi, assumendo uno di essi come fattore fondamentale. E quando è riescito a distribuire tutta la molteplicità fenomenica in pochi gruppi causali, cerca di incastrare fra loro questi gruppi, cerca di integrarli in un sistema unitario, rispondente a quella unità, che a priori dobbiamo ammettere nella realtà delle cose. Per esempio, la variazione dei climi è determinata non solo dalla differenza di latitudine, ma anche dall'altezza sul 129 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==