Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici artificialmente. Uno storico, per esempio, fissa la propria attenzione su tutto quell'insieme di avvenimenti, che vanno sotto il nome di Rivoluzione francese: dopo aver raccolti e criticati tutti i ruderi, tutti i documenti, tutte le testimonianze possibili, si trova innanzi un mucchio di fatti svariatissimi: condizioni prima della Rivoluzione dell'alta e della bassa nobiltà, dell'alto e del basso clero, della borghesia, del proletariato cittadino e contadino, ordinamento amministrativo e .finanziario dello Stato, condizioni morali e intellettuali della corte e della famiglia reale, movimento intellettuale, tentativi di riforme, reazioni, tumulti, fughe, guerre, leggi nuove, decapita- · zioni, ecc. In quali rapporti si trovano questi fatti fra loro? per esempio fra il 1748 e il 1789 vi è stato in Francia un movimento intellettuale, che possiam personificare per brevità di linguaggio in Montesquieu, Voltaire, Rousseau, Diderot; questo movimento in quali rapporti si trova coi fatti successivi al 1789? È esso l'unica causa, oppure è una delle cause, oppure non ha nulla da vedere con quei fatti? In altre parole è esso tale che, qualora non fosse mai esistito, la Rivoluzione o non si sarebbe avuta, o si sarebbe avuto un gruppo diverso di fatti, o la Rivoluzione sarebbe avvenuta allo stesso modo? Si risponda come si voglia a queste domande; è un fatto - dicono i negatori del carattere scienti.fico della storia - che l'unico modo sicuro a dimostrare quella qualunque opinione, che si volesse avere intorno alla efficacia del movimento intellettuale sulla Rivoluzione, sarebbe di riprodurre gli uomini del secolo XVIII con tutte le loro condizioni, sopprimendo solo l'opera di Montesquieu, Voltaire, Rousseau e Diderot, e aspettare se la Rivoluzione avverrà egualmente, o se prenderà un indirizzo diverso, o se non avverrà del tutto. Questa incapacità irreparabile a sottomettere i fatti all'ultimo e incrollabile criterio dell'esperimento, stacca la storia dalla classe delle scienze naturali e la delega tutt'al piu nel limbo della fotografia, della pittura storica, della cartografia, di tutte quell'operazioni, che non hanno altro scopo se non quello di riprodurre con la maggiore esattezza possibile l'aspetto esterno delle cose. Queste osservazioni sono senza dubbio giuste in quanto tendono a rilevare nella mancanza dell'esperimento una deficienza dei mezzi, di cui dispone la ricerca storica, di fronte a quelli delle altre scienze. Ma non è vero che il solo esperimento dia alle scienze naturali la piena sicurezza delle loro conclusioni: se la geografia fisica dovesse dimostrare per via di esperimento che la causa fondamentale delle stagioni è l'inclinazione dell' asse terrestre sul piano dell'eclittica, si troverebbe molto imbarazzata a raddrizzare non che per un anno intero, per un minuto solo l'asse della terra e mostrare con l'esperimento che la mancanza dell'inclinazione porterebbe seco la scomparsa delle stagioni. L'esperimento non è l'unico né l'indispensabile mezzo a dimostrare la rispondenza perfetta delle nostre idee con la realtà: per esser sicuri che l'inclinazione dell'asse terrestre è in rapporto di causalità col succedersi delle stagioni, a noi basta il vedere come tutti i dati fornitici dalla conoscenza dei fenomeni che naturalmente avvengono - cioè dall'esperienza e non dall' 124 BiblotecaGino Bianco

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