Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici (uomini suicidi) c'è un carattere comune, che indichiamo con una parola astratta, suicidio. Dunque: mille fatti e una parola indicante una nota comune a questi mille fatti. Non altro. Perciò, quando noi di questa parola suicidio, facciamo un fatto sociale distinto dai fatti individuali e diciamo che esso in ciascuno di questi fatti individuali viene a combinarsi con elementi variabili (mese, età, sesso, causa, ecc.), e per giunta affermiamo che il fatto sociale è il fatto fisso, costante, superiore alle manifestazioni singole, noi - mi si consenta il motto volgaruccio - vediamo doppio: cioè di fronte a un gruppo di fatti individuali, ognuno dei quali è come un poliedro, dopo avere concepito astrattamente le facce simili come una faccia sola, distinta dalle altre facce fra le quali non vediamo somiglianze, proiettiamo poi la nostra astrazione nella realtà e spezziamo ciascun fatto in due fatti appiccicati insieme ma distinti: il fatto sociale (somiglianze cogli altri · fatti) e il fatto individuale (differenze dagli altri fatti); due qualità del medesimo fatto son cosf diventate due fatti diversi, legati alla medesima catena; anzi l'uno di essi (il fatto sociale) diventa il fatto degno di scienza, e l'altro (il fatto individuale) diventa il residuo refrattario, che si deve buttar via come limone spremuto, indegno di conoscenza scientifica, anche se in quei poveri rifiuti vi è qualcosa, come per esempio il genio - ahimé individuale - di Dante! Il quale Dante, in compagnia degli altri grandi spiriti dell'umanità, potrebbe diventar degno di storia solo a patto che si compiacesse di diventar "sintesi di idee generali," "simbolo,'7 "rappresentante" dei suoi tempi. Un uomo, che sia una "sintesi" e un "simbolo," io non sono mai riuscito a capirlo: sono parole fosforescenti, sotto le quali non veglia nessuna idea concreta e determinata. Il detto che l'uomo è "rappresentante" dei suoi tempi si capisce meglio, perché è indubitabile che in ogni uomo vi sono mille abitudini, tendenze, credenze, azioni simili a quelle degli altri suoi . . ' contemporanei: e per questo ogm uomo puo essere sempre preso come campione, come esemplare dei suoi contemporanei, la quale idea si suol esprimere, con metafora presa dal linguaggio parlamentare, dicendo che l'uomo è rappresentante dei suoi tempi. 15 Ma in ogni uomo vi sono anche ts Bisogna non confondere il campione, l'esemplare di un gruppo di oggetti con il tipo di questi oggetti. Il campione è un oggetto reale, le cui qualità sono prese come esempi delle qualità simili degli altri oggetti; il tipo è un'astrazione della mente, è un oggetto ideale, al quale attribuiamo tutte le qualità comuni a un gruppo di oggetti, senza dargli nessuna delle qualit~ particolari a ciascun oggetto. Il tipo è uno sdhema mentale, il campione è. una realtà, che concorda con lo schema meglio degli altri oggetti simili - e per questo è preso come campione - ma ha sempre delle qualità proprie~' che non si trovano né nello schema tipico né negli altri individui. Il CHIAPPELLI, Sul metodo delle scienze sociali, in "Rivista italiana di sociologia," 1898, p. 564, avendo confuso l'esemplare ool tipo, trova fra i fatti storici e i fatti studiati dalle scienze naturali una differenza, che non esiste: "Per le scienze della natura l'individuo è l'esemplare di una specie, il caso tipico, rappresentativo d'una serie d'altri consimili; per la storia invece l'individualità ha un valore suo proprio, perché nulla in essa si ripete puntualmente." Anche nei fatti della natura fisica - si risponde - nulla si ripete puntualmente: un leone non è mai del tutto simile a un altro leone, ma può esser preso come esemplare di tutti i leoni, se si avvicina abbastanza al tipo astratto del leone; cosi un artigiano del secolo XIII non è del tutto simile -a nessun altro artigiano del secolo XIII, ma potrà esser preso anche lui come esemplare (rappresentante) degli altri artigiani del secolo XIII, quando ritroviamo in lui parecchie di quelle qualità, che la ricerca storica ci fa attribuire all'artigiano tipico del secolo XIII. 116 BiblotecaGino Bianco

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