Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America lista. Come si può affermare, domanderanno i cattolici che Pio XII sia al– tro che un antifascista? Questa è una leggenda e come tutte le leggende contiene appena un granellino di · verità del tutto distorta. Quando mod Pio XI, non solo il portavoce di Ciano, Giovanni Ansaldo, nel Telegrafo, e nella Gazzetta del Popolo, del 12 febbraio 1939, ma anche il settimanale ufficioso Rela– zi'onz· Internazionali, del 18 febbraio 1939, invocarono un "Papa evan– gelico" ed espressero l'opinione che il cardinale Pacelli non sarebbe stato eletto. Non è vero che Il Telegrafo, o qualunque altro giornale, pubbli– casse una lista di cardinali non graditi al Duce e che Pacelli fosse in te– sta a quella lista. Ansaldo pubblicò una lista, ma era una lista di possi– bili vincitori, e il suo favorito era il cardinale Della Costa, arcivescovo di Firenze, "un prelato di carità evangelica e di bontà incomparabile." Questa lista era un trucco fascista. Quando era arcivescovo di Padova, il cardinal Della Costa aveva avuto tanti urti coi fascisti locali che Pio XI aveva dovuto promuoverlo e trasferirlo da Padova a Firenze. A Firenze s'era sempre astenuto da quelle dimostrazioni fasciste per cui altri cardinali, come l'arcivescovo di Milano, s'erano resi famigerati e spregevoli. Perché, allo;a, la lista dei fedeli di Ciano indicava Délla Costa come il Papa piu probabile·? Si può intuire la risposta: Mussolini non voleva aver a che fare con un Papa che da cardinale era stato cos1 intrattabile, e il miglior modo di rendere la sua elezione impossibile era di gridare ch'egli era l'uo– mo di Mussolini. Quando invece Pacelli e non Della Costa fu eletto, la stampa fa– scista fu unanime nell'acclamare la sua scelta e nel farsi beffe dei giornali francesi, che avevano salutato la sua elezione come uno smacco fascista. Farinacci dichiarò che Pio XII era "un uomo di grande intelligenza, di grande esperienza politica e di grande coltura" (Regime Fascista, 6 marzo 1939) e quando Pio XII scelse Monsignor Maglione quale Segretario di Stato, La Stampa di Torino, 14 marzo 1939, paragonò Maglione a "quelle grandi figure dei secoli passati che avevano lasciato dietro di sé le piu grandi reputazioni," e Farinacci annunciò che "l'Italia fascista non aveva che da rallegrarsi della scelta" (Regime Fascista, 13 marzo 1939). E, veramfnte, qual motivo avrebbe avuto Mussolini d'esser malcontento per l'elezione di Pacelli? Il Cardinale Pacelli era stato Segretario di Stato sotto Pio XI dalla fine del 1929, ed aveva avuto la mano in tutta la sua politica pro-fascista. Nel 1933 aveva concluso il concordato con Hi– tler e fatto sbandare il Partito Cattolico in Germania. Il 13 ottobre 1934 aveva pronunciato un discorso a Buenos Aires "invocante la benedizione divina su colui che reggeva la Patria e vegliava sulle sue sorti, tenendo presente le tradizioni cristiane e cattoliche dell'Italia," e per "colui" in– tendeva Mussolini. Pacelli non era meno responsabile di Pio XI della politica pro-fascista del Vaticano durante le guerre d'Etiopia e di Spagna. Perciò, lasciamo da parte le leggende e guardiamo agli atti di Pio XII. 128 BibliotecaGino Bianco

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