Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo afferrare le piu sottili allusioni. Eppure anche questo eserc1z10 mentale è oramai reso impossibile. I tipografi non osano piu stampare una parola sen– za il permesso della polizia. Non temono il processo, ma la distruzione dei loro stabilimenti. Lasciando da parte i giornali fascisti, la libertà di stam– pa esiste solo in pubblicazioni di carattere strettamente commerciale e nel– la... stampa clandestina. Chi non ha mai fatto un'esperienza del genere non può realizzare co– sa effettivamente sia un regime che non consente la libertà di stampa. Nei paesi liberi la gente è, per esperienza, anche troppo convinta degli svantag– gi di una libera stampa. Ma quanto piu terribili sono gli svantaggi di una stampa imbavagliata o soppressa! Noi italiani lo stiamo sperimen– tando. Senza una stampa libera, un popolo diventa cieco, sordo e muto. Non sa nulla, non è in grado di ragionare. Perfino i ciechi, i muti e i sordi imparano gradualmente a conoscere ed a ragionare e anche il popolo ita– liano imparerà. Ma la prima impressione di questo regime è quella di un umiliante stupore, senza speranza. Tutta l'attività politica scompare da un momento all'altro; i parti– ti sono annientati: ogni conversazione, anche tra amici, è impossibile; che si può dire o scrivere quando non si conosce nulla? L'individuo si trova improvvisamente isolato al centro della vita. Ogni rapporto sociale si dis.– solve. È la fine dell'unità nazionale. E su tutto incombe in Italia l'incubo dell'assassinio politico. Dopo il tentativo di assassinio, Il Popolo d'l talia, che, non bisogna dimenticare, è diretto dal fratello di Mussolini, pubblicò un articolo nel quale minaccia– va di morte i leaders dell'opposizione parlamentare: Zaniboni è il prodotto della politica prefascista, la politica di Nitti, di Sforza, di Albertini, di tutti i vigliacchi di quella tempra. Se Albertini è ancora vivo, è chiaro come il giorno che lo è solo perché Mussolini è ancora vivo. Il destino di questo ipocrita senatore è quello di centinaia e migliaia di altri suoi simili - come Turati, Treves e altri furfanti - un tremendo destino, legato ai crimini dei gruppi di opposizione, cri– mini direttamente o indirettamente ispirati dall'odio. Ci troviamo qui di fronte al sistema degli ostaggi, adottato dalle trup– pe di occupazione nei territori invasi. Oggi, soltanto i sovietici applicano questo sistema nelle loro lotte politiche interne. Gli uomini piu autorevoli di una città o di un partito vengono ritenuti responsabili di tutto ciò che accade, anche se all'oscuro di tutto. La "notte di S. Bartolomeo" di Fi– renze è uno dei risultati di questo sistema. È difficile, di fronte a questo genere di minacce, non ricordare gli avvenimenti che precedettero il delitto Matteotti. Nel medesimo giornale Il Popolo d'Italia, in un articolo scritto di pugno dallo stesso Mussolini il 4 giugno 1924, sì affermava che il discorso "mostruosamente provocato– rio" pronunciato dal deputato socialista alla Camera italiana il 31 marzo, 242 BiblotecaGino Bianco

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