Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Prefazione Il giorno 18 novembre 1922, di ritorno da Parigi dove aveva appresa .la notizia della marcia su Roma, Salvemini incominciò a tenere un suo diario - Memorie e Soliloqui - e lo continuò per circa dieci mesi, fino al 24 set– tembre 1923. Di esso, Roberto Vivarelli ha dato per il primo notizia, pub– blicandone anche ampi estratti ( nel Mondo, in cinque puntate, dal 14 otto– bre all'll novembre 1958). Chi scrive ne ha quindi editi altri passi ( nel– l'Astrolabio del 10 luglio e del 2 dicembre. 1965). Qui, iniziando questo secondo volume degli Scritti sul fascismo, ne diamo il testo intero per la prima volta. Le idee direttive rimangono le stesse che Salvemini aveva proposto in tutti i momenti· decisivi' della sua mirabi'le operosità: "trovare (come scrisse nel diario, in data 27 novembre 1922) un gruppo di una ventina di uomini - non è punto di"-f]icile trovarli - che per venti anni si dedicassero a un lavoro di coltura politica, speda/mente per mezzo di un settimanale assai ben fatto, il quale orienterebbe a poco a poco la opi"nionedi molti giornalisti e uomini· politici" rieducando, per questa via, la nostra classe dirigente. "Se mi offrissero questa base finanziaria" (mediante libere sottoscrizioni) "ri– prenderei l'Unità. E dedi.cherei a questo lavoro gli ultimi anni della mia vita intellettuale." Salvemini si impegnò effettivamente in quello scopo, ora invocando una ventina, ora un migliaio di giovani; e ora dieci, ora ven– t'anni di novizz·ato (ma si tratta sempre di estrinseche varianti) almeno per sessant'anm·, cioè sempre, fin dal momento in cui chi.ari a se stesso la sua, vocazione, ricominciando (in certo modo) ogni volta da capo, perché i gio– vani andavano poi per i"/ loro destino; e taluni dei mi"gliori ritenevano (come i·nevitabilmente accade ed è bene che accada) di aver superato il maestro. Salvemini questo lo sapeva e accoglieva l'insegnamento dei disce– poli mantenendo il suo umore, normalmente sereno, talora ilare. "Vent'anni" o "dieci anni" erano, in realtà, nelle sue intenzioni·, un avvertimento a non compromettere lo slancio puro dei giovani, buttandoli" subito allo sbaraglio nei compromessi di cui è tessuta la furba e triste e vana politi'ca quotidiana. La sua preoccupazione era di preparare degli uomini capaci di affrontare IX ' BiblotecaGino Bianco

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