Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Le classi aggiunte e i professori insegnanti ne ricavano un notevole guadagno. O sente di dovere affermarsi nella nostra vita pubblica come strumento necessario e insostituibile di miglioramenti scolastici, e comprende la necessità di coordinare con ogni diligenza e, a tempo e a luogo, anche subordinare gl'interessi personaìi degl'insegnanti all'interesse della scuola: e allora deve prendere una vigorosa iniziativa perché cessi al piu presto questo abuso rovinoso. Non è assolutamente possibile che un insegnante impartisca un efficace insegnamento con 28 ore di lezioni settimanali; diciotto, tutt'al piu 21 ore di lavoro scolastico settimanale, quando siano fatte con la doverosa intensità e siano accompagnate dal necessario lavoro extrascolastico, esauriscono del tutto qualunque fibra piu resistente. E chi comincia a oltrepassare questo limite, deve cominciar subito o a trascurare la scuola, o a perdere ogni contatto con la cultura scientifica e didattica, o a rovinare la propria salute, togliendosi per l'avvenire la possibilità di compiere efficacemente il proprio dovere. Gl'insegnanti, che hanno 28 ore di lezioni settimanali, non fanno il loro dovere. E se non corriamo con sollecitudine ai ripari, non passeranno molti anni, e la classe insegnante d'Italia non sarà piu che un'accozzaglia di macchine da lezione. Quand'anche il lavoro straordinario delle classi aggiunte non guastasse gl'insegnanti, esso andrebbe senza alcun dubbio soppresso perché rovinoso agli alunni. Un insegnante, per es., di matematica, che abbja 28 ore settimanali di lezione, deve impartire almeno 10 delle sue lezioni nelle ore pomeridiane, cioè in un periodo della giornata in cui non solo egli sarà esausto dal lavoro della mattina, ma gli alunni non saranno in grado di seguire con profitto la lezione. Che dire, poi, delle ore in cui gli alunni sono mandati a gironzare per le strade fra una lezione e l'altra, perché fra gl'insegnanti impiegati di qua e di là in vari istituti non si trova chi possa bene o male riempire quella lacuna? E non sono una spaventosa negazione dei piu elementari criteri didattici quei professori di filosofia che si dividono le classi di pedagogia di una scuola normale, come se si trattasse di una pezza di stoffa o di un maiale macellato, e quei professori di materie letterarie di ginnasio inferiore, che passano tranquillamente a insegnare italiano in una prima tecnica con lo stesso metodo adoperato in prima ginnasiale, mentre un altro professore insegna italiano in seconda tecnica con un metodo del tutto opposto? Quand'anche non militassero contro l'abuso immorale delle classi aggiunte le indiscutibili ragioni didattiche qui innanzi accennate, gl'insegnanti devono esigerne la fine per un fiero senso di dignità. Gl'insegnanti, se vogliono davvero esser liberi nell'esercizio del loro ufficio e nelle lotte a cui sono chiamati dalle necessità della nostra vita pubblica, non debbono avere dal Governo nulla da sperare e nulla da temere. Ora, che cosa sono nelle mani del Governo, le classi aggiunte, se non mezzo di corruzione, di asservimento di discordia? Abbiamo noi cos1 presto dimenticato che la promessa di cla;si aggiunte fu l'esca piu comunemente usata dai burocratici 247 · BibliotecaGino Bianco

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