Problemi di riforma scolastica vato alla fine ad avere raccolto in compagnia dell'amico Galletti una quantità di notizie, di osservazioni, di idee, che per conto nostro cercheremo di non lasciare improduttive. Alla fine, quando Dio e i due commendatori vollero, nel mese di luglio, la Commissione cominciò a discutere un po' sul serio. La scena ora era cambiata. Il comm. Corradini, secondato in tutto e per tutto silenziosamente e docilmente dal comm. Fiorini, condonava, proponeva, imponeva ... ritornava a fare ostruzionismo non appena la Commissione minacciava di mettersi su una via che non piaceva a lui. Per arrivare per es. ad approvare nella seduta del sedici luglio l'invito al ministro, perché revocasse il famoso decreto Orlando 11 novembre 1904, dovemmo respingere prima ben due pregiudiziali. E quando nella seduta del 25 luglio il Galletti e io proponemmo che si ristabilisse l'esame di ammissione alla scuola media in luogo dell'esa·me di maturità, i due commendatori non solo combatterono la proposta - e ne avevano il diritto - ma pretesero che non fosse né votata, né messa a verbale. A questa prepotenza assolutamente intollerabile io risposi, piantando in asso la Commissione e dimettendomi. Ma... il giorno dopo, in mia assenza, l'esame d~ ammissione fu non solo messo a verbale, ma anche ap• provato - salvo naturalmente a svisare in seguito il significato della vo• tazione -; ed io mi adattai a lasciar considerare le dimissioni come non avvenute, perché, dati i precedenti della Commissione, non appariva allora cosl facile la sostituzione dei dimissionari, com'è apparsa dop·o; perché in queste condizioni le mie dimissioni, dopo quelle del prof. Vitelli, avrebbe• ro... messo in pericolo l'esistenza della Commissione e ritardato all'infinito la riforma. Dato un contrasto cos1 vivace, e talvolta addirittura violento, fra la corrente della quale facevo parte io e quella di cui erano centro i due funzionari del Ministero, la sostituzione fatta dal ministro Rava ex-abrupto e contro· tutti i precedenti del prof. Vitelli col commendatore Castelli, non poteva avere per me se non un solo significato: il Ministro, sia che conoscesse lo stato delle cose, sia che i burocratici l'avessero ingannato tenendolo all'oscuro, rafforzava con tutto il peso della sua autorità un partito contro l'altro, rendeva estremamente difficile a noi la presentazione di una controrelazione di minoranza, faceva capire che le idee dei burocratici erano quelle del ministro, che le proposte della Commissione sarebbero state prese sul serio solo quando cos1 fosse piaciuto ai burocratici, sarebbero state messe nel cestino - com'è infatti avvenuto dell'invito a revocare il decreto Orlando - se i burocratici non avessero concesso il loro sovrano exequatur. E allora me ne andai. Né da questo divisamento mi poteva piu trattenere la preoccupazione di ... mettere in pericolo l'esistenza della Commissione, perché il ministro Rava aveva incontrato tanto poche difficoltà nel sostituire un uomo come il professor Vitelli, che avrebbe ben piu facilmente trovato da surrogare 244 BibliotecaGino Bianco
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