• Problemi di riforma scolastica piccola borghesia e al proletariato superiore, proprio nel momento in cui l'insegnamento professionale andrebbe rafforzato e sviluppato per isfollare la scuola media di cultura generale. Se, invece, l'istituto ideato dal Ministro si volesse introdurlo solo in via di esperimento in alcune grandi città e in concorrenza con le vecchie scuole, la Federazione dovrebbe sostenerlo con tutte le forze contro le ostilità dei misoneisti e dei classicisti intransigenti. Avremmo cos1, accanto alle attuali scuole e istituti tecnici, alle scuole complementari e normali e ai licei-ginnasi, un istituto senza latino nel primo grado, dal quale si potrebbe passare alle normali, alle sezioni professionali dell'Istituto tecnico e al grado superiore dello stesso nuovo istituto, formato di un ramo scientifico-moderno e di un ramo classico. Come? anche un ramo classico, oltre alle vecchie scuole classiche? S1, anche un ramo classico. Perché noi non vogliamo uccidere l'insegnamento classico, ma siamo convinti che una cultura classica intensiva, impartita nel corso superiore degli stud1 secondart a chi vi ha speciale disposizione, darebbe resultati molto migliori di quanti non ne dia oggi l'insegnamento classico distribuito per otto anni e propinato a tante menti infantili disadatte ad approfittarne. E vogliamo vedere se la scuola classica organizzata coi crited nostri darà resultati migliori o peggiori della scuola classica tradizionale. In favore di questa soluzione, che noi proponiamo, del problema, milita anche quella ragione di opportunità, che è stata già accennata dal Ricchieri. Noi, si sa, non abbiamo nessuna ragione di dubitare delle buone intenzioni e della lealtà del Governo e della maggioranza parlamentare, i quali hanno sempre mantenute le promesse fatte a noi. Ma non possiamo escludere che, dinanzi a un progetto di riforma generale spettacolosa, vi sia della gente ingenua e bene intenzionata, la quale reputi in buona fede essere utile sospendere la discussione e la votazione della legge sugli stipendt, dal momento che la riforma generale della scuola sopprimerà alcuni insegnamenti, ne introdurrà altri, varierà l'estensione e l'orario di altri, sposterà i rapporti fra l'amministrazione e il personale, obbligherà a ricercare nuovi espedienti per l'organizzazione della carriera. Quando, invece, non si trattasse d'altro che di iniziare la riforma con piccolo modesto tentativo, i pretesti per far arenare la legge sugli stipend1 sparirebbero, e nessun malintenzionato potrebbe dubitare della lealtà del Governo. Pur troppo, la nostra proposta ha due inconvenienti, che non c'è lecito dissimulare. Essa toglie anzitutto ogni speranza di riforma immediata, e ci costringe ad aspettare una decina d'anni per vedere i resultati dell'esperimento. Certo il metodo dei colpi di Stato è piu spicciativo. Ma; con le riforme subitanee, tumultuarie, miracolose, giacobine, è stata dissestata la scuola; solo il metodo delle riforme lente, caute, meditate, già messe a prova, potrà salvarla. Inoltre la nostra proposta porta un aumento immediato di spesa, perché si tratta di fondar nuove scuole senza sopprimere a un tratto nessuna delle antiche. Ma è ora di finirla col ciarlatanismo di 236 BibliotecaGino Bianco
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