Problemi di riforma scolastica di una classe era stabilito a 30: dopo le enormi spese militari e africane del periodo crispino, venne il periodo dçlla lesina, e, mentre furono ridotte le dotazioni ai laboratori e alle biblioteche, e fu rovinata coi ruoli chiusi la carriera degl'insegnanti secondad, fu elevato il numero degli alunni a 40. Dove si vede come qualmente la questione scolastica non ha nulla da vedere con le questioni politiche. (Applausi generali.) E poi i maestri e gli scolari toglieteli dalle stamberghe fetide, umide ed oscure, in cui non si respira e non si vive. E poi rinnovate il materiale didattico preadamitico. E poi, e poi ... ·Se i nostri grandi uomini di Stato avessero un po' meno d'ignoranza, e un po' piu di senso pratico, e soprattutto un po' piu di quattrini, rinunzierebbero ai progettissimi destinati a rinnovare la faccia della terra dalla sera alla mattina, e si contenterebbero di queste piccole riformette. Bisogna essere non rivoluzionar1 ma ... riformisti. (Ilarità.) * Ed eccoci giunti al terzo gruppo di riforme: a quelle necessarie per rinnovare la struttura della scuola media, che si sogliono chiamare la vera e propria riforma della scuola. Questa riforma, evidentemente, deve avere per base un'idea netta delle funzioni, che alla scuola media generale di cultura noi vogliamo assegnare. E questa idea non può essere diversa da quella che il Friso ha espressa nella sua mirabile Relazione: La scuola non è una istituzione a sé, isolata o campata in ana per perseguire fini puramente astratti. Essa è funzione essenziale dell'organismo sociale, a cui deve preparare l'uomo e il cittadino, e fornire il personale e le abilità realmente richieste dai suoi bisogni. Da questo princ1p10 il Friso ha dedotto, e noi dobbiamo dedurre con lui, il principio dell'unità della scuola, il quale esige che tutte le sue varie istituzioni, di qualunque grado, sieno organicamente comprese in un sistema unico: il sistema scolastico generale deve constare di un'arteria éentrale comune, e di ramificazioni che si partano da essa a ragionate distanze; l'arteria centrale fornisce la educazione generale, i rami portano le varie scuole professionali. Ne consegue che il Congresso, accettando quest'ordine d'idee, non potrebbe nello stesso tempo approvare in tutto e per tutto la proposta del Crocioni, il quale, se bene ho compreso il suo discorso, vorrebbe dare un contenuto regionale agli insegnamenti delle scuole medie delle singole regioni. La regionalità va benissimo nelle scuole professionali; ma la scuola di cultura generale non può avere se non un contenuto nazionale. Il che non esclude che ciascun insegnante possa, anzi debba, introdurre nel suo insegnamento la maggior massa possibile di elementi di cultura locale, seguendo davvero il metodo del passaggio dal noto all'ignoto e avvezzando 230 BibliotécaGino Bianco
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