Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica desti, ma che hanno la forza e l'intelligenza, la tenacia del carattere e l'energia della gioventu ... Io penso dunque che succederà tutto all'opposto di quello che voi immaginate: quelli che ora sono un po' sgomenti delle conseguenze del pronunciamento, ove sia chi per poco sappia sfruttarlo, saranno dapprima timidi oppositori, poi molti di essi si lasceranno rimorchiare, e finalmente, se non saranno concordi nell'edificare, saranno tutti concordi nell'abbattere (pp. XI-XII). Il Fraccaroli, insomma, appartiene a quel gruppo di conservatori onesti ed equanimi, che non hanno approvato il Congresso di Roma, ma biasimano anche piu le vergogne, contro cui il Congresso di Roma reagf, e considerano la dichiarazione democratica di Roma come un bollore di gioventu, destinato a sfumare se i conservatori metteranno giudizio, a divampare sempre piu pericoloso se i conservatori continueranno ad essere... conservatori. Ma sembra a noi, con tutto il rispetto che dobbiamo al Fraccaroli, che la sua opinione si fondi su un apprezzamento non esatto del significato della deliberazione di Roma. Gl'insegnanti a Roma non deliberarono niente affatto di introdurre la politica e il socialismo nella scuola: i professori di matematica continueranno a far lezione di matematica, e quelli d'italiano continueranno a correggere i còmpiti, ognuno con quel metodo che la sua coscienza scientifica meglio gli consiglia; e se la concezione, che ciascuno si fa del mondo e della vita, influisce sull'indirizzo dell'insegnamento, questa concezione non è stata fabbricata artificialmente dal Congresso di Roma. Sissignori, un uomo di fede democratica non insegnerà la storia o la filosofia col metodo di uno scolopio; ma sarebbe ridicolo dire che a Roma gl'insegnanti abbiano deliberato di diventare democratici da scolopt che eran prima. Erano democratici prima del Congresso di Roma; e a Roma lo dissero - ecco tutto. E affermarono che le grandi riforme, le quali facciano della scuola un efficace strumento di elevazione intellettuale e morale per le classi inferiori e non solo per i privilegiati della ricchezza e della nascita, non possono essere sinceramente desiderate e attivamente propugnate se non da quei partiti politici, che delle tendenze democratiche della società moderna sono i rappresentanti. Con che gli insegnanti non si dettero a nessun partito in modo speciale; ma s'impegnarono a favorire, come cittadini, tutti i gruppi politici, di qualunque gradazione, che esercitino la loro opera nell'orbita della democrazia. E se, fra le riforme scolastiche immediatamente necessarie, gl'insegnanti proclamarono senza falsi pudori esservi il miglioramento delle loro condizioni economiche, questo non vuol dire niente affatto che la Federazione degl'insegnanti si sia venduta; se gli insegnanti avessero voluto vendersi, non si sarebbero venduti ai meno forti che non avevano da pagare, ma si sarebbero strisciati ai piedi della maggioranza; né avrebbero protestato fieramente contro gli arbitrii e le immoralità del Ministero dell'Istruzione, per non sciuparsi la benevolenza di lor signori; né avrebbero combattuto fino dal Congresso di Firenze l'aumento delle tasse scolastiche, con cui si prometteva di sfamarli. 218 BibliotecaGino Bianco

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