Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica Manovre sleali Ebbene, mentre noi lottavamo perché la legge non fosse respinta, al Ministero gli arbitr1 continuavano: non cosi scandalosi e numerosi come al tempo del Nasi, ma nei ristrettissimi limiti del possibile continuavano. Avveniva, anzi, qualche cosa di peggio. Si tentava provocare la insurrezione degli insegnanti contro la legge, applicandone slealmente alcuni articoli, prima ancora che fossero dal Parlamento approvati. L'articolo, su cui s'imperniò la manovra, fu quello dei trasferimenti. Quando si discusse a Roma nel gennaio passato di quell'argomento, noi proponemmo che, in caso di pluralità di domande per la medesima sede vacante, si accettasse la domanda del piu anziano: l'anzianità è un merito, che prima o poi tocca a tutti; e, dopo una vita di lavoro, deve ben esser diritto di chiunque di scegliersi il cantuccio di terra dove passar gli ultimi anni della carriera. Ma ci fu fatto osservare che un criterio cosi rigido avrebbe eliminati gli arbitd, ma avrebbe creati inconvenienti e vere e proprie iniquità: essere opportuno lasciare una certa libertà d'azione al1' Amministrazione, salvo, beninteso, il diritto di ricorso alla Sezione del Consiglio Superiore. Riconoscemmo la giustizia di quest'idea, e sembrò ogni difficoltà eliminata, quando si disse che nei trasferimenti si sarebbe avuto speciale riguardo all'anzianità, il che vuol dire, per chiunque conosca l'italiano, che l'anzianità, pur essendo un criterio di grande peso, non sarà criterio esclusivo di deliberazione. Ebbene, quando si disse di voler applicare la legge per i trasferimenti, si cominciò ad applicarla col solo rigido criterio dell'anzianità; e a chi si lamentava si rispondeva: cosi vuole la legge, che voi stessi avete voluta ed approvata; e si illustravano con argomenti ad hominem i danni di un cosi assurdo sistema. Si sperava una rivolta clamorosa contro la legge e contro noi, che ne .eravamo stati i difensori. Allora comprendemmo la verità delle parole scritte dal prof. Guido Mazzoni nel Giorna/,e d'Italia del 13 maggio 1904, alla quale ci eravamo dapprima, nella nostra ingenuità, rifiutati di credere: E chi sa che, se non proprio il Ministro, l'Amministrazione della Minerva non stimasse che quella era un po' anche la via indicata da un'accorta politica: quella del compromettere cosf, in qualche modo, senza parere, i capitani del moto cui si erano accinte le schiere degl'insegnanti delle scuole secondarie. Se la prenderanq.o con loro, se le proposte e gli effetti non piaceranno! Che altro possono mai obiettare ora contro la bistrattata Minerva? Questo forse dissero i preposti a quel tremendo ufficio. L'Amministrazione non ha avuto torto. Noi siamo convinti che di questa sleale manovra la responsabilità non risalga al Ministro. Ma è evidente che il Ministro dalla gente che lo circonda è mal servito e peggio rappresentato. (Applausi fragorosi e reiterati.) 212 BibliotecaGino Bianco

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