Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La scuola secondaria La bufera nastana Seguf l'anno scolastico 1901-1902, anno di tentativi incoerenti, di movimenti incerti. Molti avevano ancora fede nel metodo delle petizioni, e di petizioni se ne fecero molte, se ne fecero troppe; ma nessuna cavò un ragno dal buco, e cosf la vecchia scuola degli inchini e delle genuflessioni, rimase definitivamente discreditata. Oggi accenna a risorgere, ma è la galvanizzazione momentanea di un cadavere. Intanto il ministro Nasi faceva nel Ministero della istruzione quella strage, che il pubblico ha potuto nella relazione Saporito ammirare. Ma le colpe, che la relazione Saporito ha denunciate, non sono che una parte di quelle a cui noi abbiamo dovuto assistere fremendo e protestando. Si è fatto un gran chiasso intorno agli sperperi economici! Ma non si è badato, come si sarebbe dovuto, a quella colossale opera di corruzione, che il Nasi compf disponendo dispoticamente e immoralmente degli uffici scolastici. Noi vedevamo invasa la scuola da uomini spregevoli senza competenza e senza senso morale; vedevamo violati brutahnente i diritti dei buoni per favorire le ingordigie dei pessimi; vedevamo noi e i nostri alunni abbandonati senza freno alla mania malfattrice di un uomo che, considerando il Ministero della istruzione come gradino a piu alti destini, se ne serviva per organizzare e stringere intorno a sé una larga clientela di delinquenti. Le male azioni del Nasi noi sapevamo bene classificarle secondo le origini e gli scopi: erano favoritismi trapanesi, massonici (imponente ovazione), giornalistièi, parlamentari, secondo che miravano a lavorare il Collegio del ministro o ad assicurargli la complicità della massoneria, dei giornalisti, dei deputati (grandi applausi). E non avevamo modo di far argine alle ingiustizie, non avevamo modo neanche di denunciarle. La filosofia della miseria In questo stato d'animo arrivammo al Congresso di Firenze, che fu la prima netta ed energica manifestazione della nostra rinnovata coscienza di classe. A Firenze noi riaffermammo con voto unanime la necessità dell'azione politica e dell'intervento attivo nelle lotte elettorali, e lanciammo il grido ammonitore: Chi non sarà con noi sarà contro di noi. E tracciammo le prime linee del nostro programma professionale. E parlammo delle nostre condizioni economiche. Sissignori, parlammo delle nostre condizioni economiche, perché la prima carità deve cominciar da noi stessi, come dice San Francesco d'Assisi (ilarità), perché noi non siamo esseri eterei che si cibino di bacche d'alloro e si librino a volo su le alettine d'oro attaccate al dorso, né viviamo nei cieli azzurri a disputar lo spazio agli angeli e ai passerotti; ma siamo uomini anche noi, che mangiamo, 201 BibliotecaGino Bianco

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