Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica del loro lavoro, e la generalità dei cittadini non è direttamente interessata nel conflitto e si pone per sentimento di umanità con gli operai. Noi ci troviamo di fronte allo Stato, cioè alla universalità della Nazione, la quale deve nello stesso tempo riconoscere la giustizia delle nostre domande e · pagarne le spese, sia con un aumento di tasse, sia distribuendo meglio le tasse che oggi paga fra i diversi rami del pubblico servizio. Ciò posto, noi non solo abbiamo dei diritti, ma abbiamo dei doveri. Noi abbiamo soprattutto il dovere di far corrispondere alla maggior spesa, che chiediamo per noi, una corrispondente utilità del nostro servizio. Ora, la scuola nella quale e della quale viviamo, è perfetta? Dà essa tutto quanto ha da essa il diritto di aspettarsi la Nazione? Certamente, un progresso immenso han fatto specialmente in questi ultimi vent'anni le nostre scuole: progresso che assai a torto ha cercato il ministro della P. J.5 nel discorso di Venezia di addurre come argomento delle cure, che i partiti conservatori hanno avuto per la scuola, perché essa è opera non dei ministri, alcuni dei quali furono ciarlatani incompetenti, e altri, pur buoni, furono paralizzati dalla indifferenza plumbea dellè maggioranze parlamentari verso i problemi della scuola; ma è merito tutto esclusivo della classe insegnante, che ha riparato in parte con la sua abnegazione all'opera negativa o malefica dei politicanti e degli alti burocrati. (Fragorosi applausi.) Ma questo progresso non basta. Le nostre scuole sono ancora ben lontane dal corrispondere ai bisogni della società che si rinnova; sono invecchiate, mal coordinate, l'una con l'altra e con le necessità della vita; molto lavoro che in esse si compie è improduttivo, molto che produce abbastanza potrebbe produrre di piu. Ora, una riforma scolastica non può esser promossa né dagli uomini politici né dai burocrati del Ministero. Una riforma scolastica non può essere promossa che da noi col sussidio della esperienza e della competenza, che noi soli abbiamo, perché noi soli viviamo a contatto degli alunni e facciamo centro della nostra vita la scuola. E noi abbiamo il dovere di metterci a capo del m_ovimento per la riforma scolastica. Abbiamo il dovere di dotar la Nazione di quelle scuole che meglio valgano a prepararle cittadini liberi, laboriosi, capaci. Cosi il nostro statuto federale, mentre affermava la necessità dell'azione politica e proclamava la urgenza di risolvere la questione economica e morale degli insegnanti, proponeva anche a scopo della nostra opera as- - sociativa la riforma della scuola. Anche in questo caso il motivo economico non tardava a determinare un'azione, che sconfinava dai limiti angusti della necessità economica, ma investiva tutta la questione scolastica da tutti i suoi lati. (Lungo applauso.) s L'on. Vittorio Emanuele Orlando. [N.d.C.] 200 BibliotecaGino Bianco

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