Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La scuola secondaria vare ed estendere la funzione sociale e nazionale della scuola. E un nuovo varco a maggiori spese scolastiche si è aperto in questi ultimi tempi, per la nuova grande battaglia data dalla democrazia a quelle Congregazioni, che i partiti conservatori italiani accolgono tra noi con visibile gioia. E lo stesso ultimo aumento del bilancio per i maestri elementari italiani, non disprezzabile, ma nemmeno tale da autorizzarci a intonare il peana della vittoria, non è stato strappato forse ai conservatori di Destra e di Sinistra , dalla agitazione tenace, minacciosa dei maestri, secondata dalla pressione delle forze democratiche? Certo, i conservatori, quando han visto improrogabile il problema, si son fatti belli del sol di luglio, e si son proclamati tutti amici della scuola; ma non da e~si è venuto l'impulso a fare: l'impulso è venuto dalle organizzazioni scolastiche e proletarie e dalle forze operose della democrazia. ( Grande acclamazione.) Il problema della scuola, dunque, come tutti gli altri problemi, dal cui complesso risulta la questione sociale, è tecnico e politico insieme; e il nostro ceto, a somiglianza di qualunque altro, se vuole che i problemi, che lo riguardano, non restino soffocati nella gran folla degli interessi che premono sui poteri pubblici, deve servirsi delle armi della lotta politica per tutelare i diritti proprt e i diritti della scuola. Anche il non fare politica, cioè appartarsi dal campo della lotta e della vittoria, è in fondo una politica: la politica degli imbecilli. (Ilarità.) LA riforma· della scuola Nel Congresso di Bologna una discussione lunga e vivace si ebbe sul programma della nostra organizzazione. La spinta ad associarci era venuta a noi dalla necessità di migliorare le nostre condizioni economiche e morali, di insorgere contro la miseria a cui la legge ci condanna e contro abusi scandalosi che ancora piu inasprivano la nostra stentata carriera. E la nostra Federazione sorgeva in contrasto con le associazioni professionali di vecchio tipo, le quali dicevano di occuparsi di problemi pedagogici, ma in realtà non si erano mai occupate che di far della retorica, vivacchiando a furia di sussidt ministeriali, servendo solo a fabbricare presidi e cavalieri. (Ilarità, approvazioni.) Per reazione legittima contro questo passato di inerzia e di chiacchiere inconcludenti, per paura che anche noi finissimo per impaludarci nella pedagogia ufficiale e sussidiata, ci fu chi propose a Bologna che la organizzazione non si occupasse se non del problema economico e morale della classe. Ma agli altri convenuti, e alla fine anche agli stessi proponenti, apparve chiaro che un deliberato di questo genere sarebbe stato un atto di egoismo, ,. . . . . un mgmst1z1a, un errore. Noi non siamo nelle condizioni degli operai, che lottano contro un capitalista privato per strappargli la maggior quantità possibile del frutto 199 · Biblioteca Gino Bianco

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