Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica protestarono allorché la esponemmo per la prima volta, ma che o prima o poi non potrà non essere accolta, come quella che indica la unica soluzione possibile del problema dell'analfabetismo nel suo lato piu difficile. La scuola elementare diurna, sufficiente nell'insieme ai bisogni della po.- polazione cittadina, è quasi del tutto inutile per provvedere alla istruzione della nostra popolazione rurale o marinara o comunque nomade. Affinché l'analfabetismo sia seriamente combattuto in queste zone del nostro popolo, bisogna per gli orari, per i calendari, per i programmi, per i metodi d'insegnamento, lasciare ai maestri la massima libertà d'iniziativa, non solo secondo le diverse regioni, ma secondo i diversi comuni della medesima provincia, e spessissimo secondo le diverse sezioni dello stesso comune. Quel che si deve chiedere al maestro è che conduca il maggior numero possibile di alunni, nel piu breve tempo e con la maggiore sicurezza possibile, al possesso di quelle elementari nozioni di cultura che occorrono per l'esame di compimento. La via per raggiungére questo risultato non può essere fissata a priori da nessun regolamento fatto a Roma, ma dev'essere cercata dal maestro. E il maestro, oltre allo stipendio normale, deve avere anche un premio in denaro, per esempio 30 lire, per ogni analfabeta che egli riesca a condurre felicemente all'esame di compimento. Inoltre, un determinato numero di alunni, per esempio 50, condotti felicemente all'esame di compimento, dovrebbe essere considerato come equivalente a un anno di servizio agli effetti della pensione. Via via che un maestro, in qualunque periodo dell'anno, dichiarasse al Provveditore della provincia di voler presentare agli esami di compimento non meno di dieci o quindici alunni, il Provveditore dovrebbe inviare sul luogo una commissione di ispettori scolastici o di altre persone di sua fiducia ad esaminare i candidati. Per evitare il pericolo di analfabeti fittizi, che girassero di qua e di là, d'accordo con qualche maestro poco scrupoloso. ;i dar esami e a spillar quattrini all'erario, basterebbe fare obbligo alle Segreterie comunali di prender nota negli atti dello stato civile della dichiarazione di alfabetismo o di analfabetismo fatte nell'ultimo censimento da ciascun cittadino. Agli esami potrebbero presentarsi solo coloro che da un certificato in carta semplice dello stato civile risultassero analfabeti. A esami avvenuti, il Provveditore comunicherebbe alle Segreterie còmunali competenti i nomi dei cittadini promossi, e presa nota di questa comunica-· zione, non sarebbe piu possibile a chi fosse una volta promosso, ripetere l'esame e far pagare allo Stato un nuovo premio. 194 BibliotecaGino Bianco

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