La scuola elementare consenta di esporli brevemente. Da questa espos1z1one risulterà, credo, che il dissidio è profondo e sostanziale, e non si può ridurre a semplici differenze di "sfumature." * Una causa fondamentalissima dello scarso rendimento della scuola elementare è la assoluta impossibilità finanziaria in cui si trovano i comuni meridionali di sostenere con le sole loro forze gli oneri crescenti della istruzione popolare. I piccoli e poveri comuni della provincia di Reggio Calabria spendono per la scuola elementare il 21 per cento delle loro entrate effettive; mentre i grandi comuni del Nord spendono meno del 21 per cento, probabilmente non piu. del 15 per cento. Con tutto questo, i comuni calabresi spendono per l'istruzione L. 1,15 per abitante, mentre la media del Regno è di L. 2,26. Che meraviglia se, in siffatte condizioni, la scuola, pur essendo un peso intollerabile per i comuni, funziona nel Sud assai peggio che nel Nord d'Italia? È necessario, dunque, che lo Stato contribuisca in proporzioni maggiori alle spese per la scuola elementare. Ma, di grazia, che cosa ha da vedere questa riforma finanziaria con l'avocazione della scuola elementare allo Stato, cioè alla Minerva, cioè ai commendatori della medesima? Fino a poco tempo addietro l'avocazione era presentata al rispettabile pubblico come un tutt'uno con la laicità. Oggi il pallone della laicità è dichiarato non piu strettamente connesso con l'avocazione. E questa è appiccic~ta artificiosamente· al pallone della riforma tributaria o finanziaria. Prima o poi anche questo legame speriamo venga tagliato. Ma si può scommettere che allora un altro pallone non mancherà di essere lanciato per sollevare questa cara avocazione, che da sé è incapace di fare la sua strada. * Altra causa dell'imperfetto funzionamento della scuola elementare è la indifferenza, l'inerzia, la ostilità delle classi dirigenti - chiamiamole pure cosf - meridionali di fronte all'istruzione popolare. Questo stato d'animo è, almeno in parte, determinato dall'insopportabile peso finanziario, con cui la scuola grava sui bilanci locali e dalla scarsa stato assai facile far meglio delle amministrazioni locali svogliate e prive di mezzi. Sfiducia quella del Salvemini non tanto nello Stato quanto nel ministero della Pubblica Istruzione. La soluzione per Salvemini era da individuarsi in una amministrazione mista, finanziata dallo Stato, retta da funzionari governativi e da funzionari locali. Il Ciuffelli affrontava il tema della scuola di Stato laica, che tanto spaventava i clericali, contestando anche gli argomenti dei fanatici dell'autonomia comunale, che vedevano in un piu diretto intervento dello Stato nella scuola primaria una minaccia per la vita comunale: "La questione della laicità della scuola," scriveva il Ciuffelli, "è indipendente da quella dell'avocazione. La scuola può essere assolutamente laica, areligiosa... tanto alle dipendenze del Comune quanto alle dipendenze dello Stato: un articolo di legge può risolvere la questione dell'indipendenza." L'articolo dello Stoppoloni faceva un raffronto tra l'incremento della istruzione primaria in Italia e in Francia dal 1879 al 1910. [N.d.C.] 187 BibliotecaGino Bianco
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