Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica col maggio incomincia l'affollamento dei bilanci; ottima ragione o pretesto per rimandare ogni cosa a dopo le vacanze autunnali, il che potrebbe an• che voler dire a un'altra legislatura. Il sospetto, dunque, che i milioni concessi ai maestri non arrivino a destinazione, è piu che giustificato; e, per sfuggire al pericolo di una nuova burletta, gl'insegnanti non hanno che una via sola: dichiarar responsabili della eventuale inazione dei Commissar1 i partiti politici, a cui i Commis• sar1 appartengono, e intanto - non ci stancheremo mai di ripeterlo - prepararsi alle elezioni. * A suscitare e disciplinare il movimento delle organizzazioni professionali intorno alla nuova legge, per il caso che la Camera voglia discuterla sul serio... prima dell'autunno, non ha davvero provveduto, come sarebbe stato necessario, la Commissione direttiva dell'Unione Magistrale Nazionale invocando il referendum dei maestri in un ordine del giorno, il quale, delibera di insistere con ogni sforzo affinché i voti dei maestri d'Italia sieno accolti pienamente e fra essi quello principalmente del minimo di mille lirn e l'altro del pareggio degli stipend1 fra i due sessi; o che, almeno, s'introduca nella legge un articolo, che obblighi il Governo a dare effetto ai reclamati miglioramenti entro il primo sessennio della promulgazione della legge. Francamente un serv1z10 peggiore di questo la Commissione direttiva dell'U.M.N. non poteva rendere ai suoi rappresentati; perché tutti sappiamo che siffatta specie di impegni è molto simile all'impegno di quel contadino, che aveva promesso al re di far parlare una capra dopo dieci anni d'insegnamento, pensando che nei dieci anni sarebbe morto o il re o la capra o lui; e l'ordine del giorno dell'U.M.N. ha messo i maestri fra Scilla e Cariddi: o respinger la legge, rinunziando a quel che di buono essa ha e provocando una grave crisi nell'organo direttivo dell'organizzazione proprio alla vigilia della battaglia, o accettare la legge mettendo l'animo in pace per sei anni et ultra, perché quella clausola, che. in apparenza impegna il Governo, in realtà lega le mani ai maestri, ad ogni nuova richiesta dei quali il Governo potrà sempre rispondere: "Vi ho promesso, come chie- . devate, di provvedere fra sei anni e provvederò... fra sei anni!" :È come dichiarare all'on. Orlando che i maestri avrebbero "cessato dall'aspra lotta" I Se la nostra parola potesse trovare ascolto presso i colleghi della Commissione direttiva dell'U.M.N. noi vorremmo che essa, facendo anche un piccolo, ma assai meritorio sacrificio di amor proprio, riconoscesse di avere sbagliato, revocasse il primo referendum e ne indicesse un altro su un ordine del giorno, nel quale l'impegno dei sei anni sia soppresso, e l'U.M.N. dichiari di accettare in via -provvisoria la legge Orlando con le correzioni indispensabili (ricchezza mobile, tasse scolastiche, ecc.), riservandosi la piu 184 Biblioteca Gino Bianco

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