Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La, scuola elementare Ciò che, poi, non si capisce è come mai l'onorevole Orlando, con quel suo ingegno lucido e pratico, di cui tutta la legge, coi suoi stessi difetti, è testimone, abbia potuto proporre che questi aumenti - non del tutto disprezzabili, sebbene sempre insufficienti per gli uni, irrisod per gli altri,12 debbano esser conseguiti in un triennio, in ragione di un terzo ogni anno. La esecuzione di una legge è ammissibile che si gradui per lo spazio di un triennio e magari di un sessennio, se la legge risolve definitivamente tutte le questioni e dà un assetto stabile alla materia che vuol regolare; è inconcepibile in una legge, la quale dagli stessi piu benevoli non potrebbe essere considerata che come un provvedimento non disprezzabile, quando ne fossero corretti alcuni difetti evidenti, ma provvedimento inadeguato allo scopo, e perciò di indole transitoria. Voler fare a pezzi anche la transitorietà e la insufficienza è come voler suscitare contro la legge la opposizione anche di coloro che ne sarebbero stati in qualche modo, con una esecuzione immediata, avvantaggiati. * Esposti cosf i difetti e la insufficienza della legge, noi sentiamo, per altro, il dovere di domandarci se sia opportuno, se sia utile desiderare, come molti fanno, che la legge non arrivi in porto, visto e considerato che non parifica le donne agli uomini e non eleva a 1.000 lire gli stipendi minimi. Dei quattordici milioni necessar1 ai maestri il progetto Orlando non ne dà che otto: questo è senza dubbio deplorevole; ma intanto ne dà otto, e parificando i maestri inferiori ai superiori elimina un grave inciampo a una ulteriore riforma definitiva. In siffatte condizioni non sarebbe assurdo respingere la riforma, perché è incompleta, senz'altro vantaggio che quello di lasciare tali e quali le difficoltà presenti? Giacché c'è modo di fare fin da ora mezza strada, perché voler rimaner fermi e aspettare a farla in seguito tutta intiera? Molti maestri combattono la legge perché temono che dopo di essa per un pezzo non si parli piu di scuola elementare; ed è questa evidentemente la intenzione del Governo, pel quale la legge Orlando dev'essere la pietra sepolcrale della asprissima questione. Ma dev'esser cura dei maestri non lasciarsi schiacciare dalla pietra. È o non è la loro organizzazione cosi salda da sostenere, subito dopo 12 Intervenendo a conclusione della discussione del bilancio della Pubblica Istruzione nella prima tornata della seduta del 12 dicembre 1903, l'on. Vittorio Emanuele Orlando riconosceva la diffusa sfiducia di tutte le classi di educatori verso le innovazioni scolastiche. Questo imponeva al governo una grande prudenza nel fare procedere la scuola sulla strada dei nuovi bisogni e delle nuove idee. Prometteva la discussione e l'approvazione della legge per il miglioramento delle condizioni dei maestri elementari subito dopo la ripresa parlamentare nel gennaio del 1904, assicurando che il disegno di legge sarebbe stato presentato prima delle vacanze. Notava però, con rammarico, che per la già rilevata diffidenza, la questione del miglioramento economico veniva, a richiesta della Confederazione degli insegnanti elementari, disgiunta dalle grandi riforme scolastiche. Il ministro Orlando rivelò anche il nesso tra analfabetismo e questione meridionale, rico179 BibliotecaGino Bianco

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