Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica II. I provvedimenti per i maestri Secondo la legge dellll aprile 18869 le scuole elementari si dividono in rurali e urbane: rurali, quelle situate in Comuni o frazioni di Comuni, che contano da 500 a 4.000 abitanti; urbane, quelle poste nei Comuni che superano i 4.000 abitanti. Tanto le rurali quanto le urbane sono divise in tre classi, secondo il numero degli abitanti e le condizioni finanziarie dei Comuni, in cui si trovano; inoltre le scuole della stessa classe si dividono in superiori e inferiori; quelle dello stesso grado in maschili (in cui son comprese le miste) e femminili; e ad ogni categoria corrisponde uno speciale stipendio; in maniera che i 50.000 maestri e maestre elementari si dividono in ventiquattro categorie, delle quali la piu ricca è quella dei maestri di scuole maschili superiori urbane di prima classe, che hanno, nientemeno, uno stipendio annuo legale di L. 1.320; le meno ricche sono le maestre di scuole inferiori femminili rurali di terza classe, che scialano con annue di L. 560.10 Non soddisfatte da questa incredibile abbondanza, le organizzazioni magistrali chiedono che sieno eguagliati gli stipendi degli insegnanti dei corsi inferiori a quelli dei corsi superiori, sieno pareggiate nei diritti le donne agli uomini, e lo stipendio della classe infima non sia inferiore a L. 1.000 annue. Per farci un'idea all'ingrosso di quanta spesa importerebbero queste domande, dividiamo le scuole in tre classi, raccogliendo con l'ultima urbana le tre rurali, parifichiamo gli stipend1 maschili e femminili, superiori e inferiori, assegniamo alla prima classe uno stipendio di L. 1.400, alla seconda di L. 1.200, alla terza di L. 1.000, e calcoliamo la spesa in base alle statistiche diligentissime, di cui il disegno Orlando è corredato; troveremo alla fine una cifra di circa 14 milioni. Bisogna, però, notare che, se la legge si limitasse ad aumentare senz'altro gli stipendi dei maestri, ne nascerebbe una mostruosa ingiustizia a 9 La legge 11 aprile 1886) n. 3.798, concernente gli stipendi dei maestri elementari distinse le scuole elementari in urbane e rurali, suddivise a loro volta in superiori e inferiori. Lo Stato avrebbe concorso alla spesa che i Comuni avessero sostenuto fino ai due terzi, preferendo: a) i Comuni, nei quali la sovraimposta sui terreni e sui fabbricati avesse già raggiunto il limite massimo consentito dalle leggi, o che avessero almeno due tasse locali; b) quelli che nelle frazioni mantenessero scuole non obbligatorie; c) quelli dove fosse maggiore la frequenza degli alunni alla scuola. [N.d.C.] 10 Al disotto dei maestri di scuole regolari, si trovano circa 3000 insegnanti di scuole irregolari o non classificate, nei centri di popolazione inferiori a 500 abitanti: sono poveri esseri, abbandonati sugli ultimi margini della vita civile, privi i piu di studi metodici, che insegnano per una parte dell'anno a pochi alunni quel poco che sanno, e dei quali né la legge finora si è mai occupata, né si curano le organizzazioni professionali. Sono rimunerati dai Comuni con stipendì che vanno da L. 600 a L. 30 (trenta) annue. Per 827 di costoro, che insegnano nelle scuole irregolari obbligatorie - perché anche in queste c'è gerarchia fra obbligatorie e non obbligatorie! - l'on. Orlando propone che lo stipendio sia portato a L. 450 annue. È qualche cosa. Ma gli altri? Perché non provvedere a consorziare molti Comuni che hanno sui loro confini estremi scuole irregolari poco distanti l'una dall'altra, in modo da formare scuole classificate consorziali? E perché non stabilire uno stipendio minimo anche per i maestri di scuole irregolari non obbligatorie, che abbiano la legale abilitazione? O la loro opera si ritiene necessaria e utile, e si paghi con qualcosa di piu che 30 lire all'anno; oppure se ne faccia a meno. 172 BibliotecaGino Bianco

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