Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La scuola elementare riori a L. 1.500 annue, e imponendo agli alunni una tassa di 30 lire annue pari a quella del ginnasio inferiore, e presumendo una frequenza media di 30 alunni per classe, si avrebbe all'ingrosso un'entrata di 900.000 lire contro una spesa di un milione e mezzo. E allora addio solidità del bilancio! * Invece di spender nuovi quattrm1 nei nuovi ordinamenti, l'on. Orlando si sforza di ricavar proprio coi nuovi ordinamenti qualche piccolo gruzzoletto di quattrini; e il nome pomposo di esame di maturità, dato all'esame di quarta elementare per gli alunni destinati alle secondarie, altro non è che un espediente fiscale per far pagare agli alunni suddetti una tassa di 30 lire, il cui provento, insieme a un'altra tassa di 5 lire, imposta a chi voglia il diploma della sesta elementare, dovrebbe fruttare L. 1.500.000 ali' anno e contribuire a formare la somma di 3 milioni, che il governo è disposto a regalare ai maestri. Come mai si possa sancire a cinque lire il certificato di un corso di studt, che viceversa si dichiara gratuito, noi non riesciamo a comprendere: l'effetto oramai probabile di questa legge sarà che _gli alunni, fatti gli esami di sesta, si guarderanno bene dal farsi rilasciare il relativo diploma, perché con cinque lire una famiglia di operai preferisce campare cinque giorni e magari piu; allora il Governo cercherà mille pretesti per rendere obbligatoria la presentazione del diploma in tutti i casi possibili e impossibili; e la tassa di diploma elementare si trasformerà in una tassa sulle relazioni diplomatiche fra i cittadini proletari e lo Stato. Meno illogica e a prima vista piu giustificata si presenta la tassa di 30 lire pel passaggio dalla 4a elementare alle scuole secondarie:_ L'obbligatorietà - scrive il Ministro in una forma discretamente ostrogota, che ha fatto ammalare dal dolore l'on. Morandi 6 - include la gratuità solo per i disagiati, che si trovano nell'impossibilità materiale di ottemperare al comando dello Stato, ma non per coloro che del servizio pubblico godono per loro vantaggio, pur avendo i mezzi di iadempiere altrimenti all'obbligo dell'istruzione... Posta cosI la questione nei suoi veri termini, in modo che la esenzione della tassa si desuma non già dal principio dell'obbligatorietà, ma bensI da una ragione di equità economica e tributaria di non gravare cioè sul disagiato, ne segue che la piu forte e fondata obbiezione contro la tassa sull'istruzione elementare consista irì ciò, che, appunto per l'immensa preponderanza numerica dei cittadini disagiati sugli agiati, l'esenzione dovrebbe costituire senza dubbio un'eccezione cosI larga da sopraffare la regola. E mentre occorre concentrare tutti gli ~forzi nel senso di ottenere la massima diffusione possibile della cultura nel nostro popolo, sembra con ragione, incompatibile con tale tendenza l'intralciare il progresso dell'istruzione con congegni e imposizioni fiscali di incerta e difficile applicazione... Ma movendo dal concetto, che coloro i quali proseguono gli studi nelle scuole secondarie non appartengono alla categoria dei disagiati, tanto vero che vanno incontro alle rile6 Luigi Morandi (1844-1922). Letterato. Militò con Garibaldi nel 1867, poi insegnò lettere italiane nelle scuole medie e, come libero docente, nella Università di Roma. Fu deputato e, dal 1905, senatore. [N.d.C. 1 165 BibliotecaGino Bianco

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