Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi educativi e sociali re a scuole capaci di fornirgli una cultura meno ardua per professioni minori, o debba scendere addirittura a scuole ancora piu umili; dovrebbero presentare non troppe difficoltà per i passaggi dalle scuole postelementari piu umili a quelle che preparano per le professioni minori; e finalmen- .te dovrebbero rendere possibili i passaggi dalle scuole minori e medie a quelle di alta cultura, in casi eccezionali, a quei soli alunni provenienti dalle classi sociali piu umili, che dimostrassero facoltà eccezionali; e in questi casi un generoso sistema di borse di studio dovrebbe aiutare quei fortunati lungo tutta la carriera scolastica. Questo - dice Borghi - è riconoscere, anzi stabilire, una gerarchia di valori sociali fondata sulle condizioni economiche. Ma io gli domando il permesso di ribattere sempre sullo stesso chiodo: mi faccia una rivoluzione sociale, e allora discuteremo la scuola meglio adatta alle condizioni della società da lui creata. Oggi come oggi, nella società quale è oggi costituita, dobbiamo noi -desiderare che i ragazzi delle classi piu umili, anche se sono deficienti, procedano tutti fino alla università per il solo fatto che appartengono alle classi piu umili? In quali condizioni si troverebbe il figlio di un bracciante, che non possedesse una intelligenza eccezionale, se fosse spinto verso altezze per le quali è stato negato dalla natura? E d'altra parte, perché opporgli grandi difficoltà se mostra ingegno per passare ad una scuola di media cultura? Dobbiamo bloccare quel passaggio? Viceversa, perché non facilitare all'alunno mal dotato di una famiglia ricca la discesa verso la sc1.:10ladi media cultura? Dobbiamo impiccarlo, dato il suo peccato ong1nale, per cui non ci sarebbe redenzione, di essere nato ricco? Se Borghi ed io potessimo organizzare una scuola privata a modo nostro, con piani di studio e con insegnanti scelti da noi, neanche quella nostra scuola, sorgendo nella società attuale, potrebbe fare astrazione dalle classi sociali che dividono la società attuale. Essa dovrebbe essere, per esempio, a pagamento, e probabilmente assai costosa: cioè potrebbero accedervi quei soli alunni che potessero pagarla; ma se un ragazzo lungo la strada venisse meno alle nostre aspettative, lo manderemmo a una scuola che gli domandasse sforzi minori. Ed ecco, ancora una volta, addio alla scuola unica! Anche in una società senza classi sociali, cioè una società nella quale tutti gli alunni partissero dalle stesse posizioni economiche e sociali iniziali, le capacità intellettuali iniziali non sarebbero identiche per tutti, dato che non tutti i neonati sarebbero forniti da madre natura con le stesse capacità: vi sarebbero i piu e i meno intelligenti, i piu e i meno volenterosi, i piu e i meno educabili. Gli uomini si classificherebbero solamente secondo le loro capacità intellettuali, e non anche secondo la ricchezza familiare. Ebbene, in una società senza classi sociali sarebbe forse consentito anche ai deficienti di arrivare alle professioni piu alte? E i· meno dotati sarebbero forse abbaridonati via facendo alle ortiche? Non si do1070 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==