Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Siamo alle solite e si lasciasse al ministero il tempo di consolidarsi. Lo specchio funzionò be– nissimo; le allodole antireazionarie si lasciarono adescare, e il generale se la cavò comodamente, se non proprio onoratamente. Ora il gioco accenna a ricominciare: il Governo deve trar partito del– l'amnistia contro i sovversivi; le lacrime di tante madri, i patimenti di tanti uomini sepolti nelle patrie galere, debbono servire al Governo per compiere un ricatto contro quella parte del paese, che di tutte le sudicerie avvenute in Italia dal maggio a questa parte è stufa fino ai capelli e chiede risolutamente che la sia finita una buona volta. Volete Famnistia? approvateci le leggi sullo stato d'assedio, sulla stampa, sulla giurfa ecc.; quando ci avrete dato cosi mezzo di convincere i conservatori che non siamo gente debole, allora noi potremo aprir le porte del cuore ai dolci sentimenti della com– passione e dell' oblfo. Mentre da una parte si mostra ai gonzi il miraggio dell'amnistia, dal– l'altra si fanno tutti gli sforzi per dimostrare che le nuove leggi restrittive, dopo tutto, sono la cosa piu ultraliberale di questo mondo; e Michele Tor– raca4 - quando si tratta di imbastire una soperchieria l'opera di costui non si lascia mai desiderare - viene a dimostrare come due e due fan quattro, qualmente la legge sullo stato d'assedio, per esempio, è tale che i radiéali dovrebbero esserne contenti come pasque e votarla con entusiasmo. È vero che con la nuova legge viene ammessa esplicitamente la competenza dei tribunali militari pei fatti anteriori alla loro costituzione; che è assicurato ai regi commissari il diritto di sopprimere i giornali, di sciogliere le asso– ciazioni non costituite in ente morale (politiche, di divertimento e di istru– zione, ecc.) e di sottomettere a una amministrazione govetnativa quelle che hanno personalità giuridica (cooperative ferroviarie, società umanitarie, ecc.). Ma gesummio, dice candidamente il nostro Michele, se si è fatto finora sempre cosi senza alcuna legge, non è meglio che da ora in avanti si faccia legalmente? non ·per nulla noi siamo rispettosi delle leggi! e voi, signori radi- cali, non vi dite forse legalitari? . Noi non sappiamo se i .democratici si lasceranno prendere all'amo, speriamo, nell'interesse della democrazia italiana, che ciò non avvenga. An– zitutto si può prevedere con piena certezza che il Governo, quando sarà riescito ad ottenere le leggi restrittive di cui ha bisogno, non manterrà la promessa di amnistia e si servirà delle leggi nuove per reprimere il movi– mento in favore delle vittime di maggio, che si va in Italia magnificamente sviluppando. Ma a parte questa considerazione attinta alla tradizionale slealtà del Governo italiano, è bene insistere nella idea che il dare l'amnistia è un dovere assoluto del Governo e che essa non può essere da parte della demo– crazia oggetto di trattative piu o meno nascoste. Quand'anche ci sia la si- 4 Michele Torraca, giornalista, corrispondente da Roma del "Corriere della Sera," depu– tato di collegi della Basilicata. [N.d.C.] 69 BibliotecaGino Bianco

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