Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione amministrativa a Torino e altrove forme necessarie al benessere del proletariato, si contenta di "riconoscere" che l'applicazione di un vero programma minimo socialista non sarà possibile che mediante la contemporanea conquista del Comune e del Governo per opera del proletariato organizzato in partito di classe. E intanto? Aspetta cavallo! Finalmente il terzo ordine del giorno, approvato dall'assemblea, re– spinge tutte le nuove tasse proposte dalla commissione, perché non hanno carattere socialista; accetta la refezione scolastica e l'abolizione del dazio sui generi di prima necessità, che a differenza delle tasse sono proprio riforme socialiste autentiche e significano per il Comune la perdita di 750.000 lire; a riempire il vuoto di questa perdita, accetta le economie e le abolizioni di spese proposte dalla commissione, che renderebbero solo 126.000 lire; e a riempire il vuoto delle altre 624.000 lire non ci pensa nemmeno. Come si vede, l'assemblea~ per paura di apparire troppo democratica, ha preso delibe– razioni quasi conservatrici e ha rinunziato al senso comune. La commissione aveva dato un piano di riforme, se pure 'non socialista, almeno organico, e aveva proposte economie dannose alla borghesia e nuove tasse, che, se non avrebbero portata la giustizia assoluta sulla terra, avrebbero almeno miglio– rate in qualche modo le condizioni del proletariato aggravando quelle della borghesia. L'assemblea, invece, promette di regalare al proletariato 624.000 lire, senza sapere donde prenderle e rinunzia a prenderle dalle tasche della borghesia per mezzo di nuove tasse. Il compilatore dell'ordine del giorno capi: l'assurdo delle sue proposte e per questo vi aggiunse una coda, che porta l'assurdo· al massimo grado: "non esclude" l'appoggio del partito a quei provvedimenti, che in avvenire possano apparire utili al proletariato - il che vuol dire far delle promesse indeterminate, proprio come fanno i democratici -: "si riserva" di provocare e volere (?) la municipalizzazione dei servizi pubblici - senza dichiarare se, a questo proposito, il partito è pronto ad entrare anche in lotta con l'autorità tutoria -; e intanto - qui poi si finisce col perdere addirittura la bussola - promette - "la massima imposizione sulle classi capitalistiche parassitarie fino all'estremo limite per– messo dalle leggi," che è come dire il ritornò puro e semplice a tutte quelle nuove tasse, che erano proposte dalla commissione e che prima l'assemblea aveva respinte. E tutte queste assurde deliberazioni prese da un partito, della cui co– scienza e solidità nessuno di noi dubita, hanno per origine l'errore com– messo dal partito stesso nel proporsi il problema amministrativo. Per noi questo problema non deve consistere nel domandar solo: "in che modo il Comune si può amministrare secondo le leggi in modo da migliorare la condizione del proletariato? "; a questa prima domanda noi ne dobbiamo su– bito aggiungere un';tltra: "in che modo il partito socialista deve servirsi dei comuni per sollecitare la trasformazione delle leggi vigenti in senso utile al proletariato? " Se i socialisti torinesi avessero riconosciuto nel nostro problema ammi- 51 BibliotecaGino Bianco

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