Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione amministrativa a Torino e altrove si escogiti, essa non avrà mai caratter.~socialista, se per riforme socialiste si devono intendere quelle, che noi soli possiamo sostenere e che gli altri partiti debbono tutti combattere. Anche la municipalizzazione dei servizi pubblici ' non sarebbe, a questa stregua, riforma socialista, perché è riforma sosteni– bile benissimo anche da un partito borghese meno balordo dei partiti bor– ghesi italiani; tant'è vero che in Inghilterra i Municipi amministrati dai bor– ghesi han:no municipalizzati servizi, a cui noi socialisti in Italia nemmeno ci arrischiamo di pensare. La verità è che il carattere socialista dev'essere dato alle riforme non dal loro contenuto, ma dal modo con cui vengono pro– pugnate e dagli argomenti con cui vengono sostenute. La tassa progressiva domandatela, come fanno i radicali, al buon cuore e al senso di giustizia delle classi dirigenti, sostenetela, cercando di dimostrare che essa è il non plus ultra della perfezione tributaria, e la tassa progressiva diventerà una riforma democratica. Fate invece che la domandi il proletariato organizzato in partito di classe come una piccola anticipazione di tutto ciò che la borghe– sia dovrà dare in séguito, ed ecco che la riforma, prima democratica, diven– terà subito socialista. Ma, anche ammesso che le proposte della commissione torinese non abbiano e non possano acquistare per opera nostra carattere socialista, è que– sta ragione sufficiente perché noi dobbiamo rifiutarle? Qualunque carattere abbiano, esse sono per il proletariato un meno male; e noi dobbiamo soste~ nerle nell'interesse del proletariato,- qualunque carattere esse abbiano; abbia– no pure la marca di fabbrica clericale. Ma dobbiamo noi fermarci a questo punto? Dopo aver cercato di am– ministrare legalmente il Municipio e sforzandoci di procurare gl'interessi del proletariato, non dovremo far altro? Non dovremo noi servirci del potere da noi conquistato per obbligare il Governo centrale a mutare la legislazione in modo da renderci possibili altre riforme piu larghe in vantaggio del pro– letariato? Appunto in questa seconda parte della nostra azione deve consistere veramente l'opera socialista nei comuni da noi conquistati. È impossibile, dice il Ferrero,3 migliorare la condizione materiale e mo– rale della popolazione di una città, tormentando solo il bilancio comunale: nel bilancio e nella .politica dello Stato, non in quello dei comuni, sta la ra– dice del male. Noi volevamo proporvi la tassa progressiva sul valore locativo, dice la commissione torinese; ma un regio decreto la rende impossibile. Noi vogliamo municipalizzare il servizio dei tram o del pane, diranno altri; ma le leggi e la prepotenza dei prefetti ce lo impedirebbero. Un partito conserva– tore, di fronte a queste difficoltà, piegherebbe la testa o tutt'al piu presente– rebbe umilissimamente ai ministri una petizione per far modificare la legge, oppure entrerebbe in trattative col signor prefetto per indurlo alla compas- 3 Guglielmo Ferrero, pubblicista, storico e romanziere, redattore in questo periodo del quotidiano radicale cli Milano "Il Secolo." [N.d.C.] 47 BibliotecaGino Bianco

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