Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riepilogo si faceva assegnamento sulla mia attività nella campagna elettorale. Quella piccola borghesia intellettuale meridionale, che io avevo sempre disprez- · zata, si prese un'allegra vendetta su di me con quei due miei colleghi di lista! Non tutte le mie aspettazioni, però, furono tradite. Nella "propagan– da" degli anni precedenti la guerra, io avevo sempre denunciato la ,miseria intellettuale e morale e politica dei piu fra i deputati meridionali, che facevano consistere il loro ufficio nel fare raccomandazioni e procurar favori agli ,elettori, e per essi una croce di cavaliere aveva piu importanza che un trattato di commercio o un progetto di legge per le pensioni alla vecchiaia, o la imposta sui fabbricati, che era pagata dai contadini meri– dionali, e non dai settentrionali, o la tassa sulla miseria, che era pagata dai contadini meridionali che emigravano in America, e non dai setten– trionali che andavano a cercar lavoro nell'Europa centrale. Durante la cam– pagna elettorale del 1919, ritornai a battere su quel chiodo. . Voi credete che i deputati - dicevo, e spero che non dispiacerà questo specimen della ·eloquenza politica necessaria in quegli ambienti - voi siete avvezzi a pensare che i deputati debbano essere gli sbrigafaccende degli elettori. Se dovete portare un paio di scarpe a casa, e incontrate per la strada il vostro deputato, gli dite: "Ecco · queste scarpe, portatele da mia moglie." Se avete una botte di vino, e non sapete come venderla, scrivete a Roma al vostro deputato perché ve la venda. Io vi avverto che di siffatte faccende non mi occuperò mai. Se mi eleggete deputato, vi sarò grato della vostra fiducia, e cercherò di difendere meglio che potrò j vostri diritti. Ma non mi occuperò né di scarpe, né di botti di vino. Se volete non un deputato, ma, uno sbriga– faccende, votate per un altro. Ebbene, in quei mesi che fui deputato, dalla fine del 1919 al prin– cipio del '21, non ricevetti dalla provincia di Bari una lettera, dico una sola lettera, che mi chiedesse una raccomandazione o un favore. Scrivo questo con gioia orgogliosa e commossa. Quella povera gente farà mira– coli il giorno in cui troverà guide che ne siano degne. Un'altra esperienza mi riusci penos1ss1ma quanto quella del cacio pe– corino, ma per altre ragioni. Un giorno venne a Roma da un comune della provincia una commis– sione di muratori ex combattenti, che avevano votato per me. Erano orga– nizzati in cooperativa per i lavori pubblici. Ma non potevano ottenere nes– sun lavoro perché il deputato governativo del loro paese, che non poteva aspettarsi il ioro voto, proteggeva un'altra cooperativa, e il. prefetto faceva altrettanto, e questa cooperativa lavorava, mentre i miei elettori rimane– vano disoccupati. C'era un lotto di lavori disponibile. I miei elettori lo desideravé!,no per sé. Avrei dovuto accon:ipagnarli al ministero dei Lavori pubblici per far prendere in considerazione benevola il loro giusto desi– derio. 683 BibliotecaGino Bianco

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