Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Problemi agricoli del Mezzogiorno seicento milioni verso l'Italia centro-settentrionale, e un miliardo e cento– cinquanta milioni verso le regioni meridionali e insulari, e questo mentre nel Veneto la disoccupazione agricob era meno del 9% rispetto al totale; in Toscana era del 4%; in Piemonte del 2%; in Liguria dell'1%; e in Puglia era superiore al 50%, in Lucania superiore al 37%, in Calabria al 33%, e in Sardegna al 42%. Nel 1946 le operazioni di credito agrario di miglioramento ammon– tarono per l'Italia centro-settentrionale a circa un miliardo e mezzo, e a poco piu di 300 milioni -per l'Italia meridionale e insulare. Il prezzo del grano oggi in Italia è superiore a lire 6000 al quin– tale, perché il grano, acquistato in Argentina, in virtu dell'accordo com– merciale e finanziario del 13 ottobre 1947, costa lire 6222 al quintale, in– vece che lire 4968, prezzo del grano che si potrebbe importare dagli Stati Uniti. Questo perché si volle assicurare ai grandi industriali del Nord la vendita in Argentina dei loro prodotti a prezzi piu elevati di quelli cor– renti sul mercato internazionale. Inoltre gli industriali possono "congelare" all'estero metà della valuta acquistata per i prodotti da essi esportati, e sull'altra metà, che viene importata in Italia ed è incamerata dal Governo, ricevono un premio di 125 lire per ogni dollaro sul cambio ufficiale. Per i dollari dei poveri emigrati che mandano il frutto del loro sudore alle famiglie, niente premio! I cenci vanno per aria. Si potrebbe continuare per un pezzo. Il Liuni ritiene che gli agricoltori meridionali dovrebbero rinunziare al dazio sul grano, contentandosi del prezzo di lire 5000 al q, che è quello attualmente corrente in America; ma dovrebbero condizionare quel– la rinunzia all'abolizione del dazio sul ferro, che, nel progetto di Annecy, va dal 15% sul ferro allo stato grezzo fino al 35% per i prodotti semila– vorati: "L'agricoltura meridionale è interessata allo smantellamento della protezione siderurgica, perché questa costituisce il principale ostacolo alla meccanizzazione degli strumenti di lavoro e dei mezzi di trasporto nelle nostre campagne" (p. 44). Parla come un libro stampato. Il Liuni accusa "lo Stato," il "Governo" per le ingiustizie di cui soffre l'Italia meridionale. Come io ho già domandato sul Ponte del marzo 1951, chi è "lo Stato," chi è "il Governo"? I deputati, i senatori, i buro– crati, i giornalisti del Mezzogiorno non fanno parte dello "Stato," del "G "? S . d. . f 11 "S " I "G' " . I ff . overno . e 1 nor 1c1 anno ne o tato, ne overno 1 oro a an a spese dei "terroni," perché lo "Stato," il "Governo" dei terroni non fa gli affari dei terroni? Il Liuni scrive: Da novant'anni il Mezzogiorno è all'opposizione, anche quando, in apparenza, il timone dello Stato era nelle mani di Crispi, Rudini, Salandra, Orlando, Nitti, De Nicola. Da novant'anni il Mezzogiorno è all'opposizione, anche quando ha dato i suoi ascari per puntellare le traballanti formazioni governative. Il Mezzogiorno accusa lo Stato italiano quale autore del suo stato di miseria (p. 39). 641 • BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=