Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tirando le somme giore facilità di successo, che se si fosse dedicata ad agitazioni politiche in grande stile, per la conquista di riforme legislative generali. Era, per esempio, assai piu facile ottenere dal Governo i pochi milioni necessari a largire lavori pubblici, durante le crisi di disoccupazione, alle sole cooperative dei braccianti emiliani, che affrontare nell'insieme il pro– blema dei lavori pubblici e del bracciantato agricolo per tutta l'Italia. Una legge che regolasse l'orario del lavoro per le sole operaie delle in.– dustrie era piu facile ad ottenere, che una legge per tutte le donne impie– gate nei lavori non solo industriali, ma anche agricoli. Era piu agevole ai quaranta deputati socialisti, penetrati nella Camera con le elezioni del 1900, ottenere, a licitazione privata, dalle prefetture delle loro province, una maggiore libertà d'azione per le sole Amministrazioni comunali socialiste dei loro collegi, che conquistare, mediante una generale riforma legislativa, l'autonomia per i Comuni di tutta l'Italia. Gli aumenti. di stipendio agl'impiegati, che costituivano una formida– bile massa elettorale e le cui organizzazioni civettavano quasi tutte col par– tito socialista, si potevano strappare al ministero del Tesoro e alla maggio– ranza parlamentare assai piu facilmente, che non si potesse conquistare contro i privilegi tributari delle classi dominanti, o contro il protezionismo doganale a favore delle industrie, una generale riforma tributaria o doganale. A seguire siffatta linea di minore resistenza, le avanguardie organiz– zate si trovavano attratte, ben presto, anche dal nuovo metodo di politica interna che l'onorevole Giolitti nel 1901 portò al Governo. L'onorevole Giolitti doveva manovrare in una Camera in cui i socialisti non solo formavano un gruppo compatto e battagliero di quaranta depu– tati, ma esercitavano una fortissima influenza sulla restante Estrema Sinistra radicale e repubblicana e su vaste zone della stessa Sinistra opportunista. Con la sua nitida e spregiudicata visione delle realtà immediate, egli intu1 che per ammansire i deputati socialisti o che fossero sotto il patronato di candidati socialisti nel paese e nella Camera, bas~ava lasciare una certa libertà di azione alle organizzazioni economiche e alle amministrazioni comunali socialiste, in quei soli collegi, che erano rappresentati alla Camera da deputati socialisti o che fossero sotto il patronato di candidati socialisti autorevoli. Non resistendo piu coi processi e con le repressioni sanguinose agli scioperi delle organizzazioni operaie piu potenti e ai movimenti agri– coli della Valle padana, il Governo suscitava nelle masse elettorali del Nord e nei loro organizzatori politici un nuovo sentimento di fiducia nella "de– mocrazia" del ministro dell'Interno e dei suoi funzionari; una ingenua orgo– gliosa soddisfazione per i resultati che si ottenevano nel regime di libertà, anzi di favore governativo, dovuto all'azione parlamentare dei deputati; di compatimento per i gruppi arretrati, che non sapevano fare altrettanto; di indifferenza e di fastidio per le loro querimonie di parenti poveri. E, grazie a· questa fiducia e soddisfazione e noia e fastidio, l'onorevole Giolitti acqui– stava mano libera per continuare a tormentare coi processi gli organizzatori 589 BibliotecaGino Bianco •

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