Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

"L'Unità" ed il Socialismo tanto borghese quanto proletario e .pur di conservarsi la comodità del sac– cheggio non ha nessuna repugçanza ad allearsi con le minoranze proletarie ~eglio organizzate, anzi le sollecita a costituirsi in oligarchie, e fa tutto quel che è possibile per trasformarle da avanguardie della massa in merce– narie contro la massa. Io credo, caro Savelli, al socialismo che tu non vedi piu. Solamente, in un paese, come il nostro, in cui la borghesia produttrice, da te sognata, è scarsa e sopraffatta dalla borghesia parassita, ritengo che si possa e si debba essere non solo per il socialismo contro le oligarchie proletarie ma anche per il capitalismo autentico contro il capitalismo parassita. Non è difetto del– l'ideale socialista (di quello che il Savelli non vede); ma è difetto della so– cietà, in cui viviamo, nella quale mancano ancora le condizioni della realiz– zazione di quell'ideale e perciò dobbiamo contentarci di un ideale, diciamo cosf, inferiore e limitarci a invocare, non un proletariato padrone del mondo, ma una borghesia meno inerte, meno inintelligente, meno facile a lasciarsi turlupinare dal primo gabbamondi borghese o proletario. Ed ecco spiegato perché all'Unità possono contribuire uomini di orienta– menti ideali diversi, ma concordi nella necessità di un'azione immediata con– tro il parassitismo delle minoranze borghesi e proletarie. Ed ecco anche spie– gato perché l'Unità non può né avere né bandire una teoria generale comune a tutti i collaboratori ed amici. Ed ecco anche spiegato come ogni discussione per la ricerca di una for– mula comune è inutile, e perciò tediòsa. Il Savelli con le sue invettive contro il socialismo esprime un suo stato d'animo particolare. Non pretenda di imporre a me i -suoi sentimenti, come io non pretendo di imporre a lui i miei. Ognuno di noi si sbrighi da sé, meglio che può, i suoi affari intimi. Ma io voglio sapere - mi par che continui il Savelli a insistere - in che modo tu, nominato G. S., hai sbrigato è sbrighi i tuoi affari intimi. E perciò, anche ast1·aendo dalla necessità immediata di lottare in Italia piu per l'avvento di una borghesia degna di questo nome che per il trionfo del proletariato, in verità ti dico che tu non sei socialista, poiché tu non credi né al plusvalore, né alla concentrazione capitalistica, né alla miseria crescente, né alla crisi finale rivoluzionaria. Ed io, di nuovo, a rispondere: il socialismo non è in questi prindpi; il socialismo è nel fatto della classe proletaria che si organizza e lotta per la fine di ogni privilegio, creando teorie nuove via via che le antiche sono corrose dalle nuove esperienze, cadendo, rialzandosi, errando, correggen– dosi, provando, riprovando. Ecco il centro incrollabile della mia fede. Nel– l'esame delle ingiustizie e dei mali che travagliano il nostro ordinamento economico e politico, non si può non riconoscere che vi sono classi su cui grava con enorme sproporzione il peso di quei mali e di quelle ingiustizie, classi le cui sofferenze sono determinate o aggravate dai privilegi di cui gli altri godono: organizzando le forze di quelle classi per stabilire un 563 , BibliotecaGino Bianco

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