Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Come si prepar.ano gli eccidi i quali, del resto, sono padroni di un capitale assai limitato e vivono coi la– voratori sul mare la stessa vita di pericoli e di disagi. Ora, proprio alla fine del 1912, subito dopo che l"' Alleanza" era riescita a superare le prime difficoltà della nascita e del consolidamento, scadeva il contratto di abbonamento. Bisognava questa volta non lasciarsi nuovamente strangolare. Era una questione che l"' Alleanza" non poteva esimersi dal trattare. Ed è anche questo un caso tipico di "collaborazione di classe." Perché nella organizzazione del lavoro peschereccio i lavoratori non sono pagati a giornata, bensf si dividono insieme col padrone, ciascuno per la sua quota parte, il prodotto della vendita del pesce, dopo sottratte le spese, compreso il dazio: ogni risparmio su questa passività, pertanto, rappresenta un gua– dagno per tutti, padroni e lavoratori. Nell'agitazione i padroni, che sono responsabili del dazio, figurano in prima linea; i lavoratori sono solidali coi proprietari. Nessuno intende piu rinnovare il contratto di abbonamento. Tµtti vogliono mettersi a tariffa. Ma domandano al Municipio, che la distinzione del pesce in due categorie sia abolita, e che il limite della minuta vendita sia ridotto a 20 o 25 kg. Con. un lucidissimo intuito del loro diritto, essi hanno determinato la radice della ingiustizia di cui sono vittime ed il rimedio piu naturale. Le pe– scate superiori ai 25 kg, che sono le piu comuni, intendono venderle al– l'incanto, non appena sbarcati' a terra, come venditori all'ingrosso, senza do– verne rendere conto a nessuno. Il pesce venduto per la esportazione partirà senza formalità dalla banchina, salvo la sorveglianza degli agenti daziari per impedire agli esportatori la vendita abusiva nel Comune, sorveglianza che si può facilmente organizzare. Per il pesce destinato al consumo locale, il dazio sarà pagato dai pescivendoli, che sono i veri venditori al minuto e che se ne rivarranno sui consumatori. E toccherà ai pescivendoli, com'è giusto, sbrigare le pratiche daziarie. Queste, del resto, sarebbero alleggerite, qualora sparisse la capziosa divisione del pesce in due categorie, e quando il Mu– nicipio o l'appaltatore impiantasse sulla banchina un ufficio daziario con sufficiente numero di bilance e con lavoro anche notturno: nulla, del resto, vieterebbe ai pescivendoli di fare essi con l'amministrazione daziaria un nuovo contratto d'abbonamento. Il risultato di questa riforma - riconoscono i pescatori - farebbe di– minuire le entrate del dazio pesce da 38.000 lire annue ad appena 15.000, perché d'ora in poi pagherebbe il dazio il solo pesce consumato localmente, come la legge vuole e come è giusto. Ma della perdita, che cosf subisce, il Municipio può rivalersi elevando a quindici centesimi per chilogrammo il dazio sul pesce consumato localmente, il quale paga ora dodici centesimi per la prima categoria e centesimi cinque per la seconda. Cosf l'entrata salirà da 15 a 27.000 lire. Né è ingiusto questo innalzamento del dazio, purché ri– manga esente da ogni dazio o continui a pagare non piu di cinque centesimi al chilogrammo il pesce minutissimo (fragaglia) e i crostacei piu comuni 515 BibliotecaGino Bianco

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