Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale cui giova, ma dall'insieme della collettività." Ed aveva ragione. Ma in que– sto caso la legislazione sociale degli emigranti lombardi è pagata, non dalla collettività, ma da altri poveri diavoli che sono anche piu miserabili dei primi. Ed è questa l'ingiustizia, a cui la distinzione dei bilanci deve ovvia– re: se n:on volete la distinzione dei bilanci, dovete rimanere davvero fedeli al vostro principio, e chiedere che anche la tassa d'imbarco sia abolita e che anche agli emigranti transoceanici provveda il signor "insieme della col– lettività." L'onorevole Cabrini non poteva non proporsi questo caso di coscienza; ma fece presto a spicciarsene: "Non mi ricuserei (sic) domani (sic) di arrivare anche (sic) all'abolizione. Soltanto mi meraviglio che l'incitamento venga da gente pratica e devota al concetto della gradualità." Dove si va a .ficcare, santo diavolo, la gradualità! Del resto, spiegò l'onorevole Cabrini, la questione ha scarsa importanza: Ormai i due fenomeni emigratori si intersecano cos1 l'uno nell'altro, da costituire un fenomeno solo. Infatti l'emigrazione, che va oggi in America, è spesso quella stessa che domani va in Francia e in Svizzera. Inoltre va osservato che col discendere dalle regioni settentrionali alle centrali e meridionali, vedesi spesso nella stessa famiglia un fratello andare in America, l'altro in Germania. I dati statistici, comunicati dall'onorevole di San Giuliano alla Camera, smentivano assolutamente queste affermazioni. Ma, anche ammesse vere le geniali considerazioni che faceva l'onorevole Cabrini sulle intersezioni e sui fratelli, perché opporsi alla distinzione dei bilanci? Perché in Italia ci sono due proletariati: un proletariato_ prevalente– mente settentrionale, e un subproletariato prevalentemente meridionale: .fi– nora il primo aveva il diritto di voto, il secondo no; e un deputato socia– lista non resisteva mai alla tentazione di favorire il proletariato elettore dei propri paesi nordici, anche a spese del subproletariato non elettore dei paesi... sudici: il sangue dei poveri piace a tutti. Oltre ad esigere che il Commissariato tenga distinti i conti della emi– grazione transoceanica da quelli della emigrazione europea, è necessario insistere risolutamente affinché non si carichino sul bilancio della emigrazio– ne molte spese, che logicamente e ·moralmente devono essere sopportate dallo Stato e non dagli emigranti. Allorché fu istituita la "tassa sulla miseria," si disse che essa doveva servire per la organizzazione dei servizi "nuovi,'' non contemplati dal tra– dizionale ordinamento dei nostri consolati: il ministero degli Esteri avrebbe continuato a tutelare a spese dello Stato gli emigranti in quanto sono citta– dini italiani; il Commissariato avrebbe tutelato, a loro spese, gli emigranti in quanto sono lavoratori, che hanno bisogno di assistenza all'imbarco, du– rante il viaggio, allo sbarco, nella ricerca del lavoro, nella liquidazione del– la indennità per infortuni, per il ritorno in patria, ecc. Invece, a poco a poco, il Commissariato dell'emigrazione si è andato 522. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=