Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La crzst socialista Quella reazione, Ia quale prima o poi si determinerà nel paese contro gli errori della politica estera ed interna di questo torbido periodo della nostra vita nazionale, non deve essere confiscata, come già avvep.ne della reazione contro il crispismo e contro il reazionarismo pellousiano, da un partito, che si dimostri ancora una volta incapace di comprendere tutti i problemi piu veri della nostra vita nazionale, e che non appena si trovi di nuovo in grado di agire positivamente sul Governo d'Italia, non sappia far· altro se non ripeter tutti gli errori e tutte le tristizie dei partiti, contro cui aveva prima battagliato. [Da "L'Unità," 30 dicembre 1911, firmato: L'UNITÀ.] La crisi socialisti L' on. Giolitti nel discorso sul bilancio dell'Interno, l'ha spiegata come segue: Il partito socialista aveva evidentemente nelle masse maggior presa, quando poteva rappresentare ad esse il Governo come il rappresentante della sola classe borghese in aperto contrasto con il proletariato e i suoi interessi. Ma da che il Governo e la bor– ghesia hanno riconosciuto spontaneamente i diritti e le aspirazioni del proletariato, ed il Governo è andato attuando tutte le parti del programma socialista praticamente attuabili, i socialisti rimangono all'avanguardia del proletariato ed a rappresentare i bisogni suoi e le sue ulteriori aspirazioni; ma continuerà ad essere compito del Go– verno di accettare man mano nuove parti del loro programma che si a.ppalesino suc– cessivamente realizzabili. Con ciò non credo sia da parlare di decadenza del partito socialista. Il socialismo non è piu violento: ma è diventato ragionevole. E credo che questo sia il migliore elogio al partito socialista. In queste affermazioni c'è un equivoco fondamentale - in cui, del re– sto, l'on. Giolitti è perfettamente d'accordo con i socialisti di tutte le gra– duazioni. E l'equivoco è di considerare come proletariato quei piccoli gruppetti di avanguardia, a cui il Governo ha in questi ultimi anni fatta l'elemosina di qualche bonifica, di qualche leggina· sociale, di qualche nuo– vo edificio burocratico, di qualche buona promessa. Quando per "prole– tariato" si intendono alcune centinaia di proletari, organizzati per esempio in cooperativa di lavoro, i quali mandano i loro deputati a impetrar lavori pubblici per lenire la disoccupazione, è evidente che non ci è nessuna diffi- 1 Riprodotto in L'Unità di Gaetano Salvemini, a .cura di Beniamino Finocchiaro, Venezia, Neri Pozza, 1958, pp. 65-67 e in Llll cultura italiana del 900 attraverso le riviste cit., pp. 202- 204. [N.d.C.] 509 BibliotecaGino Bianco

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