Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riforme parzipli e riforme generali nel paese, ma, quel che è peggio, ha reso impossibile ogm propaganda per riforme generali. Ne do un esempio: la riforma elettorale. Il congresso di Firenze aveva stabilito che il partito dovesse fare una campagna ~enace e continua pel suffragio universale. Ma i congressi pro– pongono e i partiti dispongono. Il partito, occorre riconoscerlo, ha risposto male in principio all'invito. La ragione è chiara. La parte piu avanzata della classe lavoratrice, essendo già in possesso del diritto di voto, è indifferente alla questione. E i deputati, salvo pochi, si sono ben guardati dal correggere questo errore dei loro elettori. Ecco il pericolo dei diritti conquistati, non da tutti, ma solo da alcuni: i quali da questo momento in poi si disinteressano della lotta, che il resto della classe è costretto a continuare per ottenere an– che per sé l'estensione di quei diritti. Però a furia di insistere, di spiegare, di battere sempre sullo stesso chio– do, qualche buon resultato avevamo cominciato ad ottenere. La massa co– minciava a non essere piu cosi'.restfa e inerte. Quand'ecco il Gruppo parla– mentare, che per un anno non aveva fatto nulla, nel novembre 1909, si riu– nisce e dichiara di desiderare il suffragio universale, ma di contentarsi del– la leva elettorale. E da questo momento in poi l'Avanti! inizia una campa– gna sistematica per l'allargamento del suffragio. E da questo momento in poi ogni lavoro da noi fatto per il suffragio universale fu dissipato, né fu piu possibile fare alcun ulteriore lavoro di propaganda. Perché, io domando, dopo che il Gruppo parlamentare ha rinunziato al suffragio universale per proporre l'allargamento del voto, come fate piu a far propaganda per la riforma elettorale? Chiederete sempre il suffragio universale? E non sarete sinceri, perché i vostri deputati vi hanno già ri– nunziato. Chiederete il semplice allargamento del voto a chi sa leggere e scrivere? E con quali argomenti spiegherete la giustizia di una legge, che darebbe il diritto di voto solamente a due milioni di cittadini, di cui molti non sono neanche lavoratori, mentre quattro milioni di lavoratori restereb– bero sempre esclusi dalla sovranità? Possiamo noi nel Mezzogiorno fare fra i nostri lavoratori la propaganda per l'allargamento del voto, se da que– st'allargamento i lavoratori del Sud continueranno a rimanere esclusi? Una riforma frammentaria come questa si capisce che sia proposta dai partiti conservatori per sviare la nostra propaganda e paralizzare la nostra opera. E noi possiamo accoglierla come acconto, dichiarandocene però insod– disfatti, e continuando ad insistere nella richiesta intera sino a vittoria com– piuta, ma se sino dal primo momento siamo noi stessi a proporre una tran– sazione, ci mettiamo nella impossibilità di fare la propaganda nel paese, sia per la riforma generale, che abbiamo abbandonata, sia per la transazione, che non è suscettibile di propaganda. E quando ci siamo tagliate le gambe nel paese, non ci resta che contentarci di fare dell'alchimia parlamentare, di prendere ipoteche sulle combinazioni ministeriali, di mettere all'asta il mi- 451 BibliotecaGino Bianco

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