Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale tori iscritti) ha mandato alla Camera, fra i vari candidati, proprio quello che era processato per truffa. Un terzo almeno dell'Italia settentrionale è della peggiore Italia meridionale. Ora, di fronte alla corruzione svergognata e alla oppressione delittuosa della piccola borghesia locale, la massa della popolazione lavoratrice non ha nessuna difesa legale, perché le manca il solò strumento possibile che esista di questa difesa: il diritto elettorale. E quando, stanca di soffrire, si sforza di far sentire la sua voce nei tumulti di strada - unico mezzo di espres– sione, di cui essa disponga - si vede presa a fucilate; e per tutta consola– zione si sente consigliare da quei socialisti, per i quali "il suffragio uni– versale non avrebbe effetti taumaturgici" ad andare a studiare la educa– zione politica e ad aspettare la fine degli eccidi dalla evoluzione civile della società moderna. Molto si discute in questi giorni della necessità di mettere un freno agli eccidi: e la legge Turati 10 come rimedio sintomatico non è da disprez– zare: ma un carabiniere processato né salva la vita a chi è stato già am– mazzato, né guarisce le ingiustizie, da cui nasce la mala pianta del tumulto e della strage. Facciamo in modo che la povera gente possa difendere i suoi interessi e sfogare i suoi rancori legalmente, senza dovere di tanto in tanto essere sospinta dalla disperazione contro le armi dei carabinieri e dei soldati. Solo cosi metteremo un serio freno preventivo, nei limiti del pos~i– bile, a questa che è la piu mostruosa vergogna della terza Italia. E neanche spenderemo troppe parole a ricordare quale influenza dele– teria esercitino nella Camera e nella amministrazione dello Stato i deputati eletti dalle camorre e dalle clientele piccolo-borghesi, che dominano in al– meno centocinquanta dei duecento Collegi meridionali e in almeno un centinaio di Collegi dell'Italia settentrionale e centrale. Sono duecentocin– quanta deputati, per i quali qualunque ministero è buono, purché tenga spalancata la cateratta dei· favori morali ed immorali; a cui gli elettori lasciano la piu grande libertà d'azione alla Camera, purché assicurino alle consorterie locali la complicità del Governo; e il cui ufficio caratteristico nella vita parlamentare è di rendere impossibile la vita di qualunque mini– stero non si faccia strumento cieco della loro malvagità. È una massa com– patta, che spostandosi di qua e di là, forma le maggioranze, e contro cui è impossibile governare. La forza dell'onorevole Giolitti è tutta qui: per la sua assoluta assenza di scrupoli e per il suo saper fare, egli è il condottiero naturale di questa associazione di malfattori. E chi si allea con l'onorevole Giolitti diviene l'associato e il complice della sua banda. Questa organizzazione brigantesca non può governare in nome pro- 10 Il 10 maggio 1906, in seguito all'uccisione, avvenuta a Torino, di un operato e al feri– mento di parecchi altri, Turati con altri deputati socialisti presentò una proposta di legge "per la prevenzione e la riparazione di eccidi in occasione di commovimenti popolari." La Camera respin– se la procedura d'urgenza richiesta e i deputati socialisti si dimisero in massa. Il progetto fu ripresentato il 26 novembre 1909, ma neanche allora entrò in discussione. [N.d.C.] 410. BibliotecaGino Bianco

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