Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

SuffragiQ universale, questione meridionale e riformismo ma, dopo quindici giorni, lasciarne una e iniziarne un'altra: cosi, mentre· spuntava l'una, non maturava l'altra. Le spese militari, il divorzio, le con– gregazioni religiose, il lavoro delle donne e dei fanciulli, il riposo festivo, la venuta dello zar, i sanatori per i tubercolosi, le università popolari, la municipalizzazione dei servizi pubblici, l'avocazione della scuola elementa– re allo Stato, il suffragio universale, già anche il suffragio universale: non c'è argomento, di cui non abbiamo parlato per quindici giorni. E il solo resultato di tanto sciupio di parole - non oso dire di pensiero e di volon– tà - era che un'agitazione serviva a togliere ogni effetto all'altra. Se fossimo socialisti rivoluzionari, i quali badano non ai resultati concreti delle agita– zioni, ma all'agitazione in sé, che prepara al colpo decisivo il proletariato, questa tattica avrebbe almeno il merito di essere logica. Ma noi, come or– mai tutti sanno, siamo persone per bene. E, se vogliamo essere logici, dob– biamo mutar tattica. Dobbiamo, cioè, determinare bene l'obiettivo che vo– gliamo raggiungere nel momento attuale; e non distrarci e non lasciarci distrarre da quello scopo, fìno a quando non lo avremo superato. Questo vale, sia nel caso che ci proponiamo di raggiungere il suffragio universale, sia nel caso che il partito preferisca un'altra riforma. Quel che importa è che gli sforzi sieno concentrati sistematicamente e continuamente su quella riforma; e non sieno sparpagliati di qua e di là, senza nessun utile risultato. Intendiamoci bene. Un giornale, dando notizia degli accordi presi nel– l'adunanza privata dei socialisti meridionali, ha novellato che noi vogliamo obbligare il partito ad abbandonare ogni altra agitazione per quella del suffragio universale, e minacciamo di fare ostruzionismo contro qualunque iniziativa che non sia quella pel suffragio universale. Evidentemente o il giornalista ha frainteso le informazioni avute; oppure l'informatore non aveva capito ·quanto si disse nella nostra adunanza. Di persone che non capiscono ce n'è sempre qualcuna, anche fra i meridionali (risate). Ridur– re tutte le nostre attività a non parlare di altro che di suffragio universale, sarebbe quanto di peggio potessimo fare a danno dello stesso principio del suffragio universale. Facciamo pure quante campagne vogliamo per quan– te altre riforme ci pare e piace; e cambiamo pure piattaforma di agitazione via via che se ne presenti la necessità. Ma una idea dobbiamo sempre tener presente in tutte le agitazioni, e pestarci su senza stancarci mai: che nes– suna seria riforma è possibile in una Camera, in cui la quasi unanimità dei deputati meridionali, unita ai conservatori del Nord e del Centro, schiac– cia la democrazia settentrionale; e che questa situazione non può essere mutata se non per mezzo del suffragio universale. Cosi il principio del suf– fragio universale non sarà un'astrazione campata in aria e senza forza espansiva; ma sarà una necessità concreta di cui le nostre moltitudini avran– no la sensazione continua, e tanto piu intensa quanto piu vivo sollecitere– mo in essa il bisogno di altre riforme particolari. Questo metodo di agitazione non vi obbliga a sacrificare nessuna delle iniziative, che crediate utile assumere a favore dei vostri organizzati. Vi 349 BibliotecaGino Bianco

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