Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale nale. Questo, sacrificando tutti i prodotti propri delle piccole colture in– tensive meridionali (agrumi, vini, oli, lane, ecc.), e favorendo solo i lati– fondisti produttori di grano, impedisce la trasformazione del Mezzodf e ne consolida l'arretrata struttura economica e sociale. Ed ecco che l'onorevole Sonnino, aggiungendo al dazio sul grano la esenzione dalla metà dell'im– posta fondiaria - utile insensibile ai piccoli coltivatori, ma vistosissimo per i grossi latifondisti - e consentendo ai latifondisti - che sorio i soli che abbiano fatto nel passato notevoli operazioni di credito coi grandi istituti bancari - la riduzione al tre e mezzo per cento del saggio dell'interesse sui loro debiti, rafforza la loro posizione economica ed elimina per essi la necessità di cedere le terre a buone condizioni ai coltivatori. Che vale che l'onorevole Sonnino stabilisca, nell'art. 16 dei suoi provve– dimenti, che "quando nel contratto (di lavorazione) sia imposto al_ con– tadino l'obbligo di eseguire a sue spese piantagioni, ed il contratto venga rescisso prima del termine convenuto, anche per colpa del contadino, questi avrà diritto ad un compenso per le bonifiche fatte e non godute"? A parte le discussioni che potrebbero nascere sul metodo, che l'onorevole Sonnino stabilisce nel medesimo articolo, per la valutazione delle migliorie e per il pagamento del compenso da parte del locatore, la critica fondamentale, eh~ si deve muovere alla filantropia dell'onorevole Sonnino, è che essa mantiene la ingiustizia, documentata or non è molto, ancora una volta, per la pro– vincia di Trapani, dal Boldrini nel Giornale degli Economisti. Oggi, nei contratti a miglioria, i locatori non solo ritornano proprietari del fondo lo– cato proprio nel momento in cui questo arriva al massimo grado di pro– duttività, ma entrano anche prima della fine del contratto in possesso del fondo, senza dover pagare alcuna indennità per le migliorie arrecate, nel caso che il contadino non sia in grado di mantener tutte le clausole del contratto: e questo è facile avvenga per una cattiva raccolta o per uno spo– stamento nell'equilibrio dei mercati. Questa ingiustizia è conseguenza del– la grande richiesta di terre da parte dei contadini, e del nessun bisogno urgente, che i latifondisti hanno, di concederle, protetti come sono dal dazio sul grano. Ora, consolidare i latifondisti con l'abbuono dell'imposta fondiaria e con la riduzione dell'interesse dei debiti, significa render per essi ancora meno necessario il cedere la terra e farli diventare ancora piu esigenti nei contratti. E quand'anche la legge li obbligasse a risarcire i col– tivatori delle migliorie arrecate al fondo, essi se ne rivarrebbero modifi– cando le altre clausole del contratto, cioè aumentando i canoni o ridu– cendo la durata del contratto, e in qualunque altra maniera, fino a ristabi– lire l'equilibrio fra la richiesta pressante del coltivatore e la propria forza di resistenza. È su questa forza di resistenza, che bisogna agire, abolendo il dazio sul grano e rendendo i latifondi improduttivi: e allora saranno i latifondisti, che andranno ad offrir le terre ai contadini, e i contratti diven– teranno, senza bisogno di leggi, favorevoli ai contadini. Ad ogni modo, quello dell'onorevole Sonnino è un vero e proprio programma di çonser- 290 BibliotecaGino Bianco

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