Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale sfruttamento del capitale, deve lottare contro lo sfruttamento dello Stato dissanguatore, che è il solo capitalista esistente, diceva cosa verissima per l'Italia meridionale. D'altra parte, il Turati, quando, fra le ovazioni della maggioranza settentrionale, difendeva il ministerialismo, proclamando la necessità della lotta economica e delle leggi sociali, e contrapponendo alle negazioni del Labriola il fatto del movimento proletario per l'aumento dei salari e per la diminuzione del lavoro, rappresentava mirabilmente le ne– cessità sociali del paese in cui egli vive, le quali, con le necessità del Mez– zogiorno, non hanno nulla in comune. Queste sono le due sole, le due vere tendenze del socialismo italiano: la tendenza prevalentemente economica nel Nord, la tendenza prevalente– mente politica nel Sud. Esse si confonderanno nei periodi di reazione, quan– do il Nord sarà respinto indietro sulla via del progresso civile e andrà a ri– trovare il Sud nella mancanza di libertà politica e nella impossibilità di lot– ta economica. Ritorneranno a dividersi e a battagliarsi fieramente non ap– pena la libertà politica dia ai socialisti nel Nord il mezzo di secondare le tendenze incoercibili del proletariato settentrionale. Se - per impossibile ipotesi - un Governo italiano desse mano a tutto un insieme di vere ri– forme politiche, interdicendo al proletariato settentrionale la lotta econo– mica, noi vedremmo subito i socialisti meridionali diventare ministeriali, nonostante la mancanza di libertà -economica, ·e i socialisti del Nord com– battere il Ministero ad onta delle riforme politiche. E questo dissidio è acuito dalla circostanza che alcune delle riforme politiche piu necessarie nel Sud sono del tutto indifferenti e fors'anche nocive, almeno in via immediata, ai partiti democratici del Nord. Per esempio, noi siamo convinti che il partito socialista meridionale, per crear solide basi a un moto rinnovatore, debba raccoglier tutte le sue forze per conquistare il suffragio universale almeno amministrativo. Perché nel Sud, dove le scuole sono recenti, si trovano condannati all'analfabeti– smo, e non per colpa loro, quasi tutti i proletari piu vecchi di trent'anni, ai quali non si può certo imporre, nelle loro condizioni disagiate, che vadano ora alla scuola degli elettori. Inoltre le scuole recenti funzionano cosi male, per la perfidia delle classi proprietarie desiderose di conservarsi nell'igno– ranza uno strumento di dominio, che della giovane generazione almeno la metà è destinata all'analfabetismo. Questo vuol dire che per altri trent'an– ni i tre quarti del proletariato meridionale saranno esclusi dall'elettorato, se non si muta la legge attuale. E la vita politica sarà monopolio della clas– se latifondista, e della piccola borghesia, che, non avendo altri appoggi, deve gravitare politicamente intorno ai filibustieri della grande proprietà fondiaria. Il suffragio universale amministrativo, pertanto, varrebbe ed epurare lentamente la vita meridionale molto piu che la cura governativa - im– possibile e utopistica - invocata da quasi tutti i democratici e socialisti. Esso introdurrebbe nella vita comunale il proletariato, che a poco a poco 244 BibliotecaGino Bianco

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