Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione vale, ura sostanziale continuità, che si riflette nella problematica, nel me– todo, nella ispirazione ideale. Al centro del suo interesse resta infatti, come prima, il Mezzogiorno . considerato come il punto nodale della' democrazia italiana e il banco di prova delle forze politiche. Il metodo è anch'esso sempre il medesimo: enucleare tra i molti un problema, giudicato come il principale per il mo– mento, agitarlo senza riposo, subordinare ad esso la ,scelta delle alleanze, del terreno e dei mezzi di lotta. Nel recente passato la sua azione era cul– minata nella rivendicazione del suffragio universale: la nuova parola d'or– dine è la lotta al protezionismo, necessariamente legata all'attacco contro il tipo di equilibrio politico su cui il sistema protezionistico riposa, e quin– di, come prima e piu di prima, alla polemica contro il corporativismo ope– raio e il socialismo riformista che ne è l'espressione. I motivi che compaiono ne L'Unità non differiscono di molto da quelli già messi in circolazione negli ultimi anni di milizia socialista. Non muta, soprattutto, l'ispirazione ideale di Salvemini, fatta di quel socialismo scoperto e costruito in anni lontani, in cui Marx si era accop– piato d Cattaneo, a Mazzini, forse anche ai filosofi dell'illuminismo: un socialismo nel quale l'elemento etico, mai sbandierato, prevale nettamente su quello ideologico, un socialismo senza palingenesi e senza quindi la mistica del partito che vi si accompagna. Fin dai primi passi, si può dire, il partito è concepito da Salvemini come uno strumento destinato .ad ela– borare, alla luce di certi principt, delle soluzioni per determinati problemi e a promuoverne la realizzazione. Per molti anni, le deficienze, pur avver– tite e denunciate, dello strumento politico non gli erano parse irrimediabili. La fase de L'Unità ha inizio nel momento in cui quelle deficien.ze gli ap– paiono come carenze organiche, tali da condizionare per un periodo inde– finito lo sviluppo del movimento socialista, e da tale convinzione egli trae le conseguenze politiche. Ciò non toglie peraltro che tra i socialisti egli cer– chi e trovi dei collaboratori - valga per tutti il nome di Ugo Guido Man– dolfo, - e che del partito egli stia di continuo a spiare le vicende, pronto a cogliere quei segni di resipiscenza, su cui fondarsi per ritornare sul proprio giudizio. I segni del nuovo, Salvemini li cerca dapprima nel partito riformista, nato nel 1912 dalla secessione della destra riformista, nel quale sono con– fluiti i suoi piu diretti avversari di un tempo, ma che-.. tuttavia ha rotto con una tradizione annosa, e ha alla testa un uomo come Bissolati, diverso per statura politica e tempra morale dai suoi compagni. Il "nuovo partito" ripiega però subito sulla pratica antica, e Salvemini rivolge l'attenzione e l'interesse al partito maggioritario, definito ora nel gergo politico corrente partito socialista ufficiale. Qui era giunta a conquistare la maggioranza la corrente di sinistra che a Salvemini aveva offerto, per bocca di Costantino Lazzari, la direzio– ne dell'Avanti!, nella convinzione che le sue idee potessero _dare un conte- xx BibliotecaGino Bianco

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