Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale la maggioranza viene. Tutto questo è vero. Ma è anche vero che le Abbe Garime e le battaglie ostruzionistiche non avvengono ogni giorno; non si dànno ogni giorno degli avvenimenti che permettano ai partiti democratici d'imporre la loro volontà alla maggioranza legale; né un paese può conti– nuare per tutta l'eternità ad esaurirsi in lotte violente fra una minoranza legale debole padrona del Governo, e una maggioranza reale forte esclusa dal Governo. Nel lavoro legislativo nor~ale, nella pratica amministrativa giornaliera, un ministero può infischiarsi allegramente di tutte le magnifiche elezioni settentrionali, sicuro com'è che negli appelli nominali tanto vale il voto di Alberto Aniello Casale 4 quanto quello di Filippo Turati; e dieci elezioni mafiose della Sicilia occidentale vogliono dire dieci voti, mentre una elezione moralissima di Milano o di Torino vuol dire semplicemente un voto. Per tal modo il Governo centrale può permettersi tutti gli arbitrt e tutte le prepotenze: l'importante è che non faccia corbellerie troppo grosse e non provochi gravi resistenze nell'opinione pubblica. A patto di avere queste cautele, un ministro potrà sciogliere tutti i Consigli comunali del Nord: i deputati del Sud gli voteranno la fiducia. E d'altra parte il medesimo ministro potrà commettere nel Sud le maggiori prepotenze, potrà distribuire porti d'armi ai camorristi e ai mafiosi, potrà lasciare le amministrazioni in mano di sindaci delinquenti e di assessori ladri, potrà fare le elezioni con la piu spudorata corruzione possibile; al momento del redde rationem accorreranno in aiuto del ministro a rinforzare la depu– tazione meridionale i deputati moderati del Nord; e se le plebi meridio– nali, prive della facoltà di manifestare legalmente e alfabeticamente la loro stanchezza, si ribellano alla fame e bruciano qualche casotto daziario gri– dando: "Viva il re!" i soldati settentrionali, che non conoscono il Mezzo– giorno e lo disprezzano, son H pronti a reprimere; e i deputati moderati del Nord ad approvare. I moderati del Nord hanno bisogno dei camorristi del Sud per opprimere i partiti democratici del Nord; i camorristi del Sud hanno bisogno dei moderati del Nord per opprimere le plebi del Sud. Supponete ora che nell'Italia meridionale vi sia il suffragio univer– sale; supponete che l'esercito, incaricato di difendere l'ordine pubblico nel Sud sia formato di contadini meridionali, anzi, che ogni contadino debba difendere l'ordine nello stesso paese in cui è elettore; supponete che gli interessi locali vengano discussi non a Roma in uffici che nessuno cono– sce, con criteri di cui nessuno sa nulla, ma vengano trattati nel Comune e nella regione interessata, e suscitino l'attenzione di tutti, e tutti sieno invitati ad occuparsene per via del referendum; date insomma all'Italia meridionale una costituzione federale. E poi sappiatemi dire a che si ri– durrà dopo qualche anno il potere politico dei latifondisti. Pochi di nu– mero, ignoranti e disadatti a qualunque serio lavoro, absenteisti e scono- 4 Deputato liberale di Napoli. Cfr. p. 204 e nota. [N.d.C.] 178 . BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=