Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale partiti popolari potranno affrontare tranquillamente le elezioni a suffragio universale, esteso magari alle donne. Naturalmente per diminuire le tasse bisogna fare delle economie. L'e– conomia piu naturale e piu facik è quella di ridurre gl'interessi del de– bito pubblico. I partiti popolari, non avendo alcuna responsabilità nella politica seguita dal nostro Governo in quarant'anni di vita italiana, pos– sono diminuire gl'interessi del debito pubblico con maggior diritto che non abbia fatto il Sonnino sotto l'ultimo ministero Crispi. I capitalisti, se strillaron poco con Sonnino, dovrebbero strillare anche meno con noi. Quando essi han comprata la rendita italiana, han tenuto conto anche del fatto che questa rendita era meno solida delle altre, tant'è vero che hanno comprato non alla pari; la riduzione degl'interessi è quindi per loro un infortunio simile alla grandine, che colpisce il campo coltivato. La riduzione degli interessi è una necessità non solo per le pubbliche finanze, ma anche per l'economia generale del paese; finché i capitalisti potranno godersi senza far niente il 4% del loro capitale ricoverati sotto le ali del debito pubblico, l'agricoltura e l'industria saranno sempre a secco di risorse. Quando invece da una parte gl'interessi del debito pubblico saran ridotti al 3%, e dall'altra i redditi agricoli e industriali cresceranno per la minore pressione tributaria e per le migliori condizioni dellè masse consumatrici non piu esaurite dalle imposte indirette, allora i privati avranno tutto l'interesse ad arrischiare i loro capitali nelle imprese pro– duttive piuttosto che darli ad usura allo Stato. La riduzione degl'interessi - dicono alcuni - spaventerebbe a un tratto i mercati e chiuderebbe al Governo democratico, il quale ricorresse a tale estremo, l'adito a contrattare nuovi prestiti per imprese utili e pro– duttive. A questo si può rispondere che un Governo democratico italiano per i primi tempi non potrebbe, anche volendo, ricorrere al credito; solo quando desse prova di stabilità e di sicurezza e presentasse il proprio bi– lancio in buone condizioni, solo allora i capitalisti allenterebbero i cordoni della barca e darebbero sfogo alla bontà naturale del loro cuore. Ora, un Governo democratico in Italia non si reggerebbe un giorno e non potrebbe riordinare le finanze dello Stato, se non diminuisse le imposte da una parte e non ricorres~e ad economie dall'altra; e per questo è necessaria la ridu– zione degli interessi del debito pubblico. La rendita italiana varrà piu col 3% d'interesse in un'Italia democratica non oppressa dalle imposte, col bi– lancio in pareggio, progrediente sulla via del benessere e della tranquillità interna, che non valga oggi coll'interesse del 4% in un paese dissestato, malcontento, barcollante fra una rivoluzione e una bancarotta. L'abolizione dell'esercito stanziale non può trovare nel nostro partito alcuna opposizione. Anche dal punto di vista di una borghesia italiana, desiderosa di difendersi dagli assalti esterni e non di violare le libertà in– terne, l'esercito stanziale non è in Italia necessario: la nazione armata a sistema svizzero sarebbe piu che sufficiente per la difesa dei confini terre- 152 BibliotecaGino Bianco

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