Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Chi è che canta la ninna-nanna? Trovo opportuno aggiungere qualche cosa, non tanto per difendere i miei articoli dell'Avanti! e della Rivista popolare non contraddetti o travisati, quanto per chlarire ancor meglio l'argomento. Niente si matura e avviene, per un processo cosf necessario e inconsapevole, come una rivoluzione, sia che si guardi _all'intima trasformazione sociale, in cui veramente consiste la rivoluzione, sia che si guardi all'esplosione violenta, episodio non indispen– sabile, ma che è il piu appariscente e costituisce per l'osservatore superficiale tutta la rivoluzione. È quindi un errore, spesso fatale, quello di concepire una rivoluzione come un fatto consapevole e volontario e credere di poterla realizzare con le forme e per mezzo di una cospirazione tramata a piu o meno larga base, con un eccitamento subitaneo e diretto. Una tale concezione e tale ~etodo hanno potuto trovare applicazione, quando lo stato si compendiava in· una città e si prestava quindi a 1m colpo di mano: superano, piu che rasentare, l'impossibile, nel vasto stato moderno. Nello stato moderno la rivoluzione, anche intesa come un moto violento, è una crisi che si matura lentamente, insensibilmente; e si manifesta in tutta la sua pie– nezza, quando tutti gli altri mezzi ordinari di risoluzione sono riusciti vani, quando il processo di disintegrazione è arrivato al colmo. Che senso e che vaiore può avere in tal caso il volere dimostrare a un partito la necessità della rivoluzione? Non può avere altro effetto che di volerlo ·indurre ad una preparazione materiale, assurda per la mancanza degl'ingenti mezzi necessarii, per l'impossibilità di estenderla a un vasto paese, per la maggiore impossibilità di tenerla segreta; o, per lo meno, può avere l'effetto di indurlo all'esiziale equivoco di avvezzarsi a guardare come il fatto volontario, di un partito, quello che è un momento della vita sociale. Ho inteso qualche volta parlare di preparazione psicologica; ma questa è una frase che si risolve praticamente in una inutile o pericolosa imprudenza, nell'adescare a tentativi sterili e immaturi quelii che si sieno lasciati persuadere; e ciò, a senso mio, può essere in certi casi un errore e in certi altri perfino una cattiva azione. Quando il processo di disintegrazione e, aggiungo, di reintegrazione sia vera– mente progredito, la crisi viene da sé e recluta naturalmente le sue forze, evoca i suoi uomini, cerca· e trova la sua risoluzione. Un partito - quale che sia il suo ideale di rinnovazione politica o sociale - non può e non deve proporsi che di portare per le vie ordinarie allo stato di massima tensione tutti gl'istituti e le forze sociali esistenti e di cercare un modo di soddisfa– zione normale ai piu sentiti bisogni, lasciando al tempo di fare l'opera sua sgreto– latrice di forme inadeguate aUa vita contemporanea. L'illusione del mutamento repentino e violento è un miraggio che paralizza, è la vera ninna-nanna che .addormenta con la vaga e vana aspettativa di qualche cosa d'estrinseco e d'improvviso che a tutto provveda e tutto risolva. Il pessimista si duole di non potersi esprimere piu chiaramente; ed io vorrei che potesse farlo .. Niente lo demolirebbe cosf bene come l'uscire dal vago, dall'indetermi– nato, l'essere costretto a dire non solo, come ha potuto dire - o mistero gaudioso! - senza urtar contro la censura, dove vuole arrivare, ma anche il come. Ed è questo il vero danno della reazione, ripeto: il lasciare che certe ubbie restino allo stato vago e vaporoso, tenute su dalla penombra, senza che possano essere discusse e sfasate dalla libera ed esauriente discussione. 113 BibliotecaGino Bianco

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